Washington, 4 nov – Il clamoroso testa a testa tra il presidente Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden non si è risolto come strombazzavano i sondaggi e anzi potrebbe concludersi con una conferma dell’inquilino della Casa Bianca. Mentre gli Stati Uniti (e il mondo intero) trattengono il fiato, ancora una volta i sondaggi filo-dem e la sinistra mondiale si vanno a scontrare con la volontà popolare, con il voto dei cittadini Usa: Trump potrebbe conquistare il suo secondo mandato. Per sapere chi vincerà bisognerà aspettare i risultati di tre Stati decisivi (dove attualmente il presidente è in testa): Michigan, Pennsylvania e Wisconsin. Tutto dipenderà dallo spoglio dei voti postali (qui lo spoglio in diretta). Intanto però i numeri di queste presidenziali Usa sono senza eguali: record storico di affluenza – 150 milioni di votanti contro i 136 del 2016 -, ben 102 milioni di voti espressi prima del 3 novembre, complice la paura del coronavirus.

I numeri in tempo reale mostrano un vantaggio del presidente, ma Biden dal canto suo spera nel voto postale per ribaltare il risultato. Il tutto, sia chiaro, al netto di eventuali brogli elettorali, la cui eventualità è stata paventata da Trump nelle ultime settimane. Non è escluso quindi un ricorso da parte del presidente Usa.

Ecco perché alla fine potrebbe farcela il tycoon

Per vincere servono 270 voti elettorali, dati dalla somma dei voti espressi dai singoli Stati in base alla popolazione – la California, per esempio, che è lo Stato più popoloso, assegna 55 voti -, i cosiddetti grandi elettori. Il quadro attuale è questo: in 5 Stati-chiave, ossia PennsylvaniaMichiganWisconsinNorth Carolina e Georgia, è in testa Trump, ma per conoscere l’esito definitivo bisognerà aspettare lo scrutinio del voto per corrispondenza. Quello che si può già dire è che nel 2016 nello Stato di Biden, la roccaforte dem Pennsylvania, vinse Trump. Stesso discorso in Michigan, storicamente dem, conquistato dal tycoon nel 2016. Anche nel Wisconsin, da sempre dem, l’altra volta la vittoria è andata a Trump. Sulla carta, quindi, potrebbe farcela il tycoon. Ma la battaglia è all’ultimo voto.

Adolfo Spezzaferro

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