DuterteManila, 16 giu – Le forze armate delle Filippine hanno riferito che dal 23 marzo scorso, giorno dell’attacco alla città di Marawi dei jihadisti vicini all’Isis, il bilancio è di oltre 300 morti negli scontri tra esercito di Manila e terroristi. Tra le vittime: 225 sarebbero jihadisti, 59 i soldati governativi e 26 i civili. Un centinaio di islamisti sono ancora asserragliati nel centro della città nel sud dell’arcipelago asiatico e il governo di Duterte calcola che circa 200 residenti siano utilizzati come “scudi umani”. Nell’area dei combattimenti sarebbero poi un centinaio i corpi delle vittime ancora non recuperati dall’esercito, stando a quanto riferito ieri da un funzionario della zona.

Il presidente filippino Rodrigo Duterte, dopo aver proclamato la legge marziale e aver annunciato più volte la guerra totale, con ogni mezzo, ai terroristi legati allo Stato islamico, insiste con la linea dura ma si ritrova di fatto in stallo a Marawi. Parte del centro cittadino è infatti ancora tenuto in scacco dai jihadisti e i governi di Malaysia e Indonesia temono di ritrovarsi in casa un’escalation terroristica a causa dei fitti contatti tra le fazioni radicali interni e quelle delle Filippine.

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