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La Francia blocca l’esportazione del Cimabue ritrovato: “E’ tesoro nazionale”

by Adolfo Spezzaferro
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cimabue francia

Parigi, 25 dic – La Francia ha bloccato l’esportazione del “Cristo deriso”, l’opera di Cimabue ritrovata nella cucina di un’anziana signora francese e venduta all’asta da Acteon in ottobre per 24 milioni di euro, la cifra più alta mai pagata per un’opera del Duecento. Ora il governo francese deve trovare i soldi per ricomprare il dipinto, considerato tesoro nazionale.

E’ il settimo quadro più caro al mondo

Il quadro è anche il settimo più caro dopo il “Salvator Mundi” attribuito a Leonardo da Vinci (venduto da Christie’s a New York nel novembre 2017 per 450,3 milioni di dollari), ‘Il massacro degli Innocenti” di Pieter Paul Rubens, un’opera di Pontormo, un’opera di Rembrandt, un’opera di Raffaello e un’opera di Canaletto, come ha precisato Acteon. Per decenni il dipinto è rimasto appeso sul muro sopra ai fornelli di una cucina di Compiegne, a nord di Parigi, prima di essere notato dal responsabile di una casa d’aste che era nell’abitazione per valutarne il mobilio. Esperti dei laboratori specializzati Turquin di Parigi hanno successivamente attribuito il piccolo dipinto su legno (26 x 20 cm) al maestro vissuto nel ‘200. Sull’attribuzione non ci possono essere dubbi poiché “è evidente, paragonandolo con altri quadri di Cimabue che si tratta della stessa mano”, ha precisato Eric Turquin aggiungendo che gli esami con la riflettografia a raggi infrarossi hanno rivelato un eccellente stato di conservazione.

Ora il governo francese ha 30 mesi per ricomprare il dipinto

Dopo che il “Cristo deriso” è stato comprato da anonimi collezionisti statunitensi, lo stato francese lo ha classificato come “tesoro nazionale” e ne ha bloccato l’esportazione. Per legge, le autorità francesi hanno ora 30 mesi per trovare i fondi necessari e ricomprare il quadro. Nelle intenzioni del ministro della Cultura francese, Franck Riester, il “Cristo deriso” dovrebbe andare ad affiancare la “Maestà del Louvre” dell’artista italiano che si trova esposta lì. Il ministro dice che il provvedimento “ci dà il tempo per mobilitare tutti gli sforzi volti a far restare quest’opera eccezionale nelle nostre collezioni nazionali”. Il quadro, secondo i periti di Turquin, faceva parte di un dittico dipinto da Cimabue attorno al 1280, nel quale apparivano otto scene (quattro per pannello) della passione e crocifissione di Cristo. Se ne conoscevano finora soltanto due: “La flagellazione di Cristo”, esposto al Frick Collection a New York, e “La Vergine e il bambino con due angeli” in mostra presso la National Gallery di Londra.

Adolfo Spezzaferro

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3 comments

Fabio Crociato 26 Dicembre 2019 - 9:22

Quindi in cucina anche i dipinti si nutrono…

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SergioM 28 Dicembre 2019 - 1:20

Onore ai Francesi ….. ma …. Cimabue era ITALIANO !
Il nostro governicchio non ha nulla da dire ??????

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