Parigi, 15 ott – Sarà pure stata una grande “conquista di civiltà”, ma la legge Taubira sul matrimonio gay sembra avere un vulnus: non tiene conto degli accordi bilaterali siglati dalla Francia. A farne le spese Dominique, francese, e Mohammed, marocchino, che dovevano sposarsi il 14 settembre nel municipio di Jacob-Bellecombette (Savoia).
La corte di Chambery ha infatti bloccato la coppia omosessuale che stava ultimando gli ultimi preparativi per il “sì”: la legge sui matrimoni omosessuali, infatti, non vale per le coppie franco-marocchine. Il punto è che la convenzione franco-marocchina del 10 agosto 1981 vieta ai marocchini di sposare una persona dello stesso sesso e ha la precedenza sulla legge francese del 17 maggio 2013. Alla fine di maggio una circolare del ministero della Giustizia aveva riferito che i cittadini di undici paesi (tra cui Marocco, Polonia, Laos e Serbia) non potevano sposarsi in Francia in virtù di accordi bilaterali.
Dominique e Mohammed erano riusciti a far valere i propri diritti, impugnando il divieto alle nozze della corte di Chambery: la corte d’ appello aveva assicurato ai due che la legge sui matrimoni gay era stata modificata per “l’ordine pubblico internazionale francese” e la convenzione franco-marocchina doveva essere esclusa. La corte di Chambery si è appellata ora all’articolo 55 della Costituzione, insistendo che la convenzione ha la precedenza.
Insomma, la realpolitik ha la meglio sulla politica fatta a colpi di “diritti”. O forse non si ha la forza e la voglia di urtare la sensibilità dei marocchini? Di sicuro le vestali del politicamente corretto, in Francia sempre così attente alla dignità culturale dei cittadini originari del Maghreb, dovranno ora risolvere un bel rompicapo logico-politico.
Giuliano Lebelli