Il campo è andato distrutto quasi per intero e i migranti ospitati sono stati dislocati in strutture di emergenza. Dieci persone sono rimaste ferite. Distrutte 300 casupole prefabbricate. Sul posto il prefetto Michel Lalande, che ha parlato di «fine» del campo ridotto ormai a «un mucchio di cenere» e ha detto che «sarà impossibile» ripristinarlo.
Il mese scorso il ministro degli interni francese aveva annunciato di voler chiudere Grande-Synthe «il più velocemente possibile» proprio a causa dei comportamenti, definiti inaccettabili, riscontrati tra gli ospiti del campo, molti dei quali erano trafficanti. Addirittura il mese scorso alcuni migranti hanno cercato di bloccare l’autostrada con tronchi d’albero per potersi arrampicare sui camion e raggiungere così più velocemente il Regno Unito.
Questa volta la lite tra migranti, cominciata nel pomeriggio di lunedì e non ancora sedata a notte fonda, sarebbe scoppiata per via delle diverse condizioni di alloggio nella comunità. Gli afghani, aumentati moltissimo dopo lo smantellamento di Calais, si sarebbero lamentati perché i curdi sarebbero stati favoriti. Dietro però pare ci fosse anche una questione di rivalità per il controllo del campo. Sette sono i feriti, all’arma bianca, provocati dalla rissa, e dieci a causa del rogo, che pare sia stato appiccato in diversi punti del campo e poi si è propagato. Immediato l’intervento dei poliziotti in tenuta antisommossa, che sono stati accolti con il lancio di sassi.
Fotogallery: Il campo prima e durante l’incendio