La discussa legge “contro la propaganda gay” approvata dalla Duma lo scorso 11 giugno con 434 voti favorevoli, zero contrari e un’astensione non cessa di far discutere. L’irrigidimento del governo russo sulla questione ha aumentato la pressione internazionale su Vladimir Putin, che pure non cessa di rivendicare la totale e incondizionata sovranità della Russia, anche dal punto di vista della possibilità di stabilire tutte le leggi che il Parlamento democratico russo ritiene di dover varare.
Sulla questione, del resto, in Occidente sembra regnare una certa confusione. Molti credono che la Russia abbia vietato l’omosessualità sic et simpliciter. E’ proprio pensando a questo tipo di critiche che il segretario della Duma russa Naryshkin Serghey ha rivolto a tre deputati danesi antiputiniani l’invito a visitare i gay bar di Mosca.
I tre parlamentari, rappresentanti di diverse formazioni politiche nel parlamento di Copenaghen (Mogens Jensen, Nikolaj Villumsen e Nichael Aastrup), hanno accettato “per constatare con i nostri occhi che il trattamento riservato agli omosessuali non contenga elementi di discriminazione sessuale”, ha spiegato Jensen. La decisione di Serghey nasce, secondo la stampa danese, dopo che alcuni parlamentari del paese scandinavo avevano aspramente criticato le nuove norme sui gay in Russia e avevano rivolto alle autorità russe richieste di spiegazioni alle quali, ricorda Jensen, “non avevano mai risposto in modo esauriente. Anzi avevano mostrato irritazione e non erano state capaci di spiegare le vere motivazioni della legge”.
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[…] indietro e non sembra curarsi delle critiche che arriveranno dall’estero, come in occasione della legge contro la propaganda Lgbt, approvata nel 2013: secondo la norma vigente, infatti, è obbligatorio «proteggere i minori dalle […]
[…] e non sembra curarsi delle critiche che arriveranno dall’estero, come in occasione della legge contro la propaganda Lgbt, approvata nel 2013: secondo la norma vigente, infatti, è obbligatorio «proteggere i minori dalle […]