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Grecia: un accordo a forma di nodo scorsoio

by La Redazione
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grecia_ue3-950x633-680x365_cBruxelles, 13 lug – La Grecia non uscirà dall’Euro. E questa, dicono, è la bella notizia. Figuriamoci le brutte allora.
E infatti su Atene si addensano nubi minacciose dopo che l’Eurogruppo ha raggiunto l’accordo all’unanimità per “aiutare” la Grecia.
“L’accordo è stato laborioso e ha richiesto tempo ma siamo soddisfatti: non ci sarà nessuna Grexit”, ha detto al termine del vertice dell’Eurozona il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.
La Merkel ha annunciato che il terzo intervento finanziario a favore della Grecia sarà di 82-86 miliardi in tre anni di cui 24 miliardi per il sistema bancario.
Atene sarà però di nuovo commissariata dalla Troika, con ispettori direttamente sul posto per verificare che lo smantellamento della sovranità ellenica avvenga ai ritmi concordati. Ora il Parlamento greco dovrà approvare tutte le condizioni dell’accordo.
Entro mercoledì, la Grecia dovrà adottare la riforma dell’Iva, quella delle pensioni, quella dell’Elstat (l’istituto nazionale di statistica) e introdurre tagli semi-automatici alla spesa in caso di deviazioni dall’obiettivo del surplus primario. Entro il 22 luglio invece, si dovrà approvare la riforma del codice di procedura civile e recepire la direttiva Brrd (Bank Recovery and Resolution Directive) sul fallimento degli istituti di credito.
Sarà creato un fondo in cui i greci dovrebbero trasferire attivi per 50 miliardi per garantire le privatizzazioni promesse. Il fondo avrà sede in Grecia e non in Lussemburgo come si era pensato inizialmente.
Alexis Tsipras è ovviamente il grande sconfitto. Dopo aver fatto votare il popolo greco contro un memorandum duro, ne ha sottoscritto uno peggiore. E ora nel suo partito si apre la resa dei conti. Panagiotis Lafazaris, ministro dell’energia e leader dell’ala radicale di Syriza, ha definito il compromesso raggiunto a Bruxelles è come un “accordo umiliante”. Non è escluso che a breve il governo cada. A quel punto, largo a un governo tecnico centrista che apra le porte al saccheggio. Ma Alba Dorata scalpita: e se fosse giunto il suo momento.

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