Roma, 21 ott – No, la Francia non sta cadendo, in queste ore, in una “guerra civile”, come ha scritto qualcuno. Per il futuro, però, non possiamo garantire. La situazione, al di là delle Alpi, è tesa. La polizia è sul piede di guerra a causa delle numerose aggressioni di cui è oggetto da parte delle bande allogene delle periferie, l’ultima delle quali è stata una molotov contro due auto, in pieno giorno, a Viry-Châtillon, lo scorso 8 ottobre, per cui due agenti hanno subito gravi ustioni. Da quattro giorni, i poliziotti scendono in strada in varie città della Francia per protestare contro una situazione ormai esplosiva. Stupisce, nei video delle manifestazioni, l’atteggiamento bellicoso dei manifestanti, scesi in strada a volto coperto e con fare piuttosto facinoroso, sia pur reclamando la solidarietà degli altri poliziotti, i loro colleghi in quel momento in servizio e che stavano garantendo l’ordine pubblico. Da molte finestre sono spuntate bandiere tricolori in sostegno alle manifestazioni. Agenti sono scesi in strada a Parigi, Lione, Marsiglia, Tolosa, Bordeaux, Lens, Colmar e Grenoble.
Hollande ha già dichiarato che incontrerà i sindacati di polizia a inizio settimana. Ovviamente le manifestazioni dei poliziotti contro quel potere che è nelle loro regole d’ingaggio difendere può lasciare perplessi. E, del resto, se ottenessero il cambio di regolamento che reclamano circa la legittima difesa in servizio, non è detto che tali poteri sarebbero utilizzati per combattere il caos nelle periferie e non innanzitutto per contrastare chi a tale caos si oppone. Resta tuttavia il segnale di un profondo disagio, che attraversa le forze dell’ordine, così come pochi mesi fa è manifestato nelle forze armate. Christian Piquemal, generale ed ex capo della Legione Straniera, è stato arrestato a Calais per aver partecipato a una manifestazione vietata contro l’invasione immigratoria. Il militare è stato in seguito radiato dall’Esercito. Un altro generale, Didier Tauzin, ex comandante del 1° Reggimento paracadutisti di fanteria di marina dal 1992 al 1994, con il quale ha partecipato alle operazioni in Ruanda, si era apertamente schierato con il collega arrestato. Parallelamente, nell’esercito e nella polizia stessa, ma anche fra i secondini, fra gli addetti aeroportuali, tra i lavoratori del trasporto pubblico, cresce l’infiltrazione di militanti islamisti, vera e propria testa di ponte del terrorismo. Con le periferie in fiamme, l’islamismo che dilaga, i corpi militari della nazione in rivolta e il primo partito di Francia a cui viene sistematicamente impedito di andare al governo, tutto lascia prevedere che qualcosa, presto, stia per succedere.
Adriano Scianca
2 comments
Hollande impiccato ad un lampione degli Champs Elysées. Quando questo accadrà, io sarò là sotto, intento a guardare il suo laido cadavere ondeggiare al vento di Francia, cantando la Marsigliese.
E che ne pensate di una versione ”italiota”? In fondo li abbiamo seguiti con ritardo ma seguiti, ..era il 1848.