Quindi, il primo punto oscuro che mina la credibilità dell’accordo è esattamente questo: Chi è un terrorista? Secondo Luca Coffey, ricercatore
Il caso dei curdi dello YPG ha poi dell’assurdo e sottolinea chiaramente quanto sia caotica la situazione sul terreno. Lo YPG è l’ala armata del Partito Democratico curdo-siriano PYD. Allo stesso tempo le sue milizie combattono l’Isis e alcune altre formazioni ribelli in Siria, quindi in teoria aiutano Assad e ostacolano chi supporta i ribelli (tutto il mondo a guida Usa compresa Italia), ma combattono anche le forze siriane appoggiate dai russi, quindi si ribalta lo schema che in questo caso li vede in linea con l’azione di Isis, Al Nusra e Turchia, quest’ultima impegnata in una caccia spietata, da anni, contro i curdi in patria e oltre confine e da qualche mese in piena rotta di collisione con la Russia dopo aver deliberatamente abbattuto un Su-24 che aveva sconfinato per dieci secondi in territorio turco ma, che più probabilmente stava colpendo con troppa insistenza le postazioni dei ribelli pro turchi a ridosso del confine. A tutto ciò va aggiunto, per amor di cronaca, il ricordo tragico della storia di questi cessate il fuoco, una storia fatta di annunci roboanti e appelli alla pace puntualmente smentiti, sacrificati sull’altare della realpolitik e degli interessi strategici o economici. Per citarne alcuni va ricordata la storia triste del tavolo di pace sull’Ucraina, il cosiddetto Minsk II, i cui lavori si svolgevano proprio mentre infuriava una delle battaglie più feroci della secessione ucraina, quella per il controllo dell’importantissimo snodo ferroviario di Debaltsevo che, in barba al cessate il fuoco raggiunto al tavolo il 15 febbraio, venne conquistato e occupato dai filo-russi che continuarono a combattervici fino al 18 dello stesso mese.
Il fattore generale di questa crisi dei paesi “amici degli Usa”
Alberto Palladino
1 commento
In effetti, le proccupazioni di Obama sono la campagna elettorale di Trump e gli isolotti artificiali nei mari cinesi.
A Kerry occuparsi dell’operazione cosmetica per non rendere troppo appariscente la débâcle nel Vicino Oriente.