Roma, 2 dic – Scricchiola Joe Biden e si offusca la stella del braccio destro Kamala Harris. Le dimissioni annunciate di Symone Sanders, consigliera e portavoce della vicepresidente statunitense, suggellano i continui fallimenti di un’amministrazione che fa acqua da tutte le parti. Le icone della sinistra italiana in salsa Black Lives Matter, sembrano insomma programmate per durare meno della batteria di uno smartphone di ultima generazione. Massimo un paio di anni a vele spiegate, incensate dalla grancassa mediatica, per poi crollare miseramente. Fugaci comete di una galassia informe che ripetono a pappagallo i soliti slogan correct, per poi eclissarsi.
Kamala Harris non la sopporta nessuno
Sanders, 39enne portavoce afroamericana della Harris, lascerà la Casa Bianca a fine anno. Stando alle indiscrezioni riportate dalla stampa Usa, avrebbe deciso di abbandonare l’incarico per via di una forte frustrazione che alberga nel team della vicepresidenza. Tra errori, scivoloni e soprattutto ruolo in ombra svolto dalla Harris, il malcontento serpeggiava da tempo. E ora esplode così, con la più classica delle porte sbattute. Apice di un mini terremoto a Washington, dopo le precedenti dimissioni – avvenute lo scorso 18 novembre – di Ashley Etienne, direttrice della comunicazione di Kamala Harris.
Colei che doveva assicurare grandi prospettive alle cosiddette minoranze americane, grande promessa della politica progressista, non convince proprio il suo staff. Ma quel che è peggio è lo scarso gradimento che gode attualmente tra i cittadini degli Stati Uniti. Stando infatti all’ultimo sondaggio, condotto dalla Redfield & Wilton Strategies, appena il 34% degli americani approva l’operato della Harris. Fa addirittura peggio di Biden che ad oggi può contare su un tasso di approvazione del 41,3% (calcoli del sito RealClearPolitics).
L’Obama al femminile
Di madre indiana, immigrata negli Usa da Chennai (già coloniale Madras), e padre di origine giamaicana, vista la linea materna più che afroamericana la Harris era conosciuta ai più come asioamericana. Dettagli. Alla vigilia delle presidenziali qualche commentatore azzardò: “E’ un Obama al femminile”. Di sicuro piaceva ai sostenitori Blm, quelli almeno che avevano presto scordato il passato da odiato sceriffo della vice di Biden, da “top cop”, come taluni chiamavano la Harris. A ben vedere erano tutti giudizi sin troppo generosi.
Eugenio Palazzini