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La Turchia bombarda Kobane, possibile rappresaglia per l’attentato di Istambul

by Michele Iozzino
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Roma, 20 nov – Nella nottata di ieri la Turchia ha lanciato diversi attacchi aerei contro i territori curdi nel nord della Siria e dell’Iraq. Colpita anche Kobane, Possibile risposta all‘attentato a Istanbul del 13 novembre che aveva causato 6 morti e 81 feriti.

La Turchia contro i curdi

Le forze dell’aviazione turca avrebbero condotto bombardamenti contro alcune zone in mano dei curdi tra cui le città di Kobane, al-Malikiya e al-Darbasiya. A sostenerlo è Farhad Shami, portavoce delle Forze democratiche siriane, coalizione di cui fanno parte anche il Pkk e lo Ypg: “Kobane, la città che ha sconfitto l’Isis, è sottoposta a bombardamenti da parte degli aerei dell’occupazione turca”. L’attacco avviene ad una settimana di distanza dall’attentato di Istanbul, quando una bomba piazzata nel centro della città aveva provocato numerosi morti e feriti. Il governo di Erdogan aveva immediatamente puntato il dito proprio contro i curdi del Pkk. Anzi, il ministro degli interni turchi Soumeylan Soylu era stato ancora più preciso, vedendo proprio nella città di Kobane l’origine dell’attentato: “Secondo le nostre indagini l’ordine per il terribile attacco terroristico è venuto da Ayn al Arab [nome arabo di Kobane – ndr] nel nord della Siria, dove il Pkk/Ypg ha il suo quartier generale”. I bombardamenti sarebbero quindi una ritorsione turca in risposta all’attentato del 13 novembre.

Le parole del ministro della Difesa turco

Una ulteriore conferma viene dalle parole del ministro della Difesa Halusi Akar, il quale ha dichiarato in un comunicato: “I nidi e le grotte dei terroristi sono crollate sulle loro teste. L’artiglio delle nostre Forze Armate turche è ancora una volta sopra la testa dei terroristi. Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza dei nostri 85 milioni di cittadini e dei nostri confini e rispondere a qualsiasi vile attacco al nostro Paese”. Lo stesso Akar avrebbe gestito l’operazione, denominata “Artiglio-Spada”, dal Centro Operativo delle Forze Aeree di Ankara.

Michele Iozzino

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