Londra, 12 apr – Una volta i diplomatici venivano scelti tra una ristretta cerchia di notabili e aristocratici che avevano ricevuto un’educazione impeccabile, parlavano fluentemente diverse lingue straniere e facevano sfoggio di una preparazione culturale raffinatissima. La selezione, dunque, era molto esclusiva, addirittura classista. Poi venne la “democratizzazione” e il corpo diplomatico fu reso accessibile anche a chi non aveva mai preso in mano Il Principe di Machiavelli o non aveva idea di chi fossero Jean Bodin, Ugo Grozio e Montesquieu. O Karl Marx, magari. È così, infatti, che è nata la figuraccia di Karen Pierce, ambasciatrice britannica presso le Nazioni Unite. Dalla Pierce apprendiamo, cioè, che il filosofo del comunismo non era tedesco, bensì russo.
Nella tesissima giornata di ieri all’Onu, la Pierce è stata protagonista di uno scambio di battute al veleno con l’inviato russo Vassily Nebenzia. L’ambasciatrice britannica ha quindi fatto ricorso a una citazione di Lenin per criticare il modo in cui Mosca fa uso del diritto di veto in seno alle Nazioni Unite. Al che Nebenzia ha risposto ironicamente dicendo che Karl Marx, Friedrich Engels e Vladimir Lenin erano assidui «frequentatori» a Londra. È stato allora che la Pierce ha mostrato la sua ignoranza: «Per quanto riguarda Karl Marx, penso che si stia rivoltando nella tomba nel vedere che cosa sta facendo il suo Paese, fondato su molti dei suoi precetti, nel nome del sostegno alla Siria, avallando l’utilizzo di armi chimiche».
In questa affermazione della Pierce c’è in effetti molta confusione e molta ignoranza storica. Perché tutti imparano a scuola che Marx era tedesco, non certo russo. Nato nel 1818 a Treviri, antica colonia romana oggi parte del Land tedesco della Renania-Palatinato, Marx trascorse molti anni anche a Parigi e Bruxelles, ma sono ignoti suoi lunghi soggiorni in Russia. Inoltre, dovrebbero avvertire la Pierce che l’Unione sovietica non esiste più dal 1991 e che, quindi, l’attuale Russia non è stata affatto fondata sui precetti marxisti. Ma se volessimo ritornare un po’ indietro nel tempo, è da specificare che la Russia si formò come entità etnica e statuale tra VII e IX secolo, non certo nel 1917. Ma forse sarebbe chiedere troppo a un’ambasciatrice che, senza uno straccio di prova in mano, ha già deciso che Assad avrebbe usato armi chimiche. Anzi che non l’ha chiamato Hassan…
Elena Sempione
"Marx era russo". Figuraccia monumentale dell’ambasciatrice britannica all’Onu
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3 comments
…se riportavate il discorso in lingua originale, era molto, molto meglio…
Se non ricordo male, Marx passò gli ultimi anni della sua vita proprio a Londra. Niente di strano: come è stato detto dall’ambasciatore russo ogni agente del caos, ieri come oggi, deve inchinarsi di fronte a Sua Maestà!
Ignoranti nei posti chiave , privi di cervello ma pronti a tutto pur di ottenere maggiori vantaggi credevo fosse prassi consolidata solo da noi ma vedo che sono usanze orami ” globali “