L’sms arriva dalla Siria. Qui si trova Kahina, 18 anni. È poco più di un’adolescente, ma porta il niqab e si fa di ghiaccio quando si parla di argomenti sensibili come politica o religione. È incinta, ma il bambino che sta per nascere non vedrà mai suo padre.
Kahina è infatti la moglie di Samy Amimour, il 28enne di Drancy (Seine-Saint-Denis) identificato come uno degli attentatori suicidi del Bataclan. Ma di questo atto di barbarie, la giovane Kahina non si vergogna e anzi va orgogliosa, come scrive appunto in un sms inviato alla madre, riportato dai media francesi.
I due ragazzi si sono incontrati nel 2012, quando Samy lavorava come autista di autobus. All’epoca era un ragazzo calmo e posato. “Correggeva i suoi professori di francese”, spiega chi l’ha conosciuto sui banchi di scuola. Poi la lenta radicalizzazione. “Non voleva più salutare le donne, né guardarle, ho provato a farlo ragionare, ma senza successo”, spiega un ex collega.
Frequenta la moschea di Blanc-Mesnil. La madre è preoccupata della sua deriva, ma lui non le rivolge più la parola perché ella non prega. Proprio nel 2012, Samy si licenzia dall’azienda dei trasporti per recarsi in Siria a combattere. Ci andrà e sarà anche ferito in battaglia. Poi ritornerà in patria, covando un sordo, fanatico desiderio di vendetta…
Giuliano Lebelli