Roma, 5 giu – C’era una volta l’Iraq laico. Forse non esattamente democratico, ma comunque uno Stato pacificato e in cui le minoranze religiose erano rispettate. Quell’Iraq aveva il volto di Tareq Aziz, l’ex ministro degli Esteri e vice premier cristiano iracheno che è morto oggi a 79 anni per un attacco cardiaco.
L’ex numero due del regime di Saddam Hussein è morto in prigione, dove si trovava da 12 anni. Nel 2003, infatti, era stato arrestato dopo l’invasione delle truppe anglo-americane e la caduta di Saddam Hussein. Nel 2010 era stato condannato a morte per “crimini contro l’umanità”, ma Aziz non era stato giustiziato perché l’allora presidente Jalal Talabani non aveva firmato l’ordine di esecuzione.
Numerosi Paesi, oltre al Vaticano, hanno più volte chiesto a Baghdad di concedere la grazia all’anziano ex vice premier, che però non è più stato rilasciato. Nel 2013 Aziz si era rivolto al Papa perché potesse essere giustiziato presto e metter così fine alle sue sofferenze.
Nato a Tel Keppe il 28 aprile 1936, Aziz è stato ministro degli Esteri (1983–1991) e vice-primo ministro (1979–2003) dell’Iraq sotto Saddam Hussein. Era lui la figura incaricata di interagire con il resto del mondo e di intessere relazioni diplomatiche.
È stato il 25esimo e, prima, il 43esimo fra i 55 uomini più ricercati dalla coalizione durante l’invasione dell’Iraq, fino ad arrendersi, il 24 aprile del 2003. Non è certo dove fosse detenuto, ma secondo Peace Reporter si sarebbe trovato nella prigione di Camp Cropper, vicino a Baghdad.
Oggi l’Iraq laico incarnato da Aziz è solo un lontano ricordo.
Roberto Derta
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Riposa in pace Tariq