Roma, 31 mag – Un festival “afrofemminista” vietato ai bianchi. La cosa sta facendo discutere, in Francia, anche perché, inizialmente, gli eventi all’insegna del razzismo anti bianco avrebbero dovuto tenersi in luoghi pubblici. Il festival si chiama Nyansapo. E’ organizzato dal collettivo afrofemminista Mwasi e dovrebbe tenersi dal 28 al 30 luglio a La Générale, un centro culturale nell’XI arrondissement concesso dall’amministrazione comunale di Parigi. L’evento è organizzato in quattro spazi: uno in cui è prevista la “non mescolanza per donne nere”; uno dedicato alla “non mescolanza per persone nere” indipendentemente dal sesso; un terzo per la “non mescolanza di donne che hanno subito atti di razzismo” e l’ultimo aperto a tutti e a tutte. Insomma, dopo averci fatto una testa così sulle virtù della mescolanza fra razze e culture, bollando come razzista ogni tentazione di voler restare all’interno del proprio gruppo etnico, ecco che ora ci propinano la “non-mixité” come un valore (ma solo per loro, ovviamente). Dopo le proteste del pur politicamente correttissimo sindaco di Parigi e di alcune associazioni antirazziste, alla fine si è trovato un compromesso: gli eventi “separatisti” si terranno, ma su spazi privati. Soluzione farisaica, perché le contraddizioni dell’evento restano tutte in piedi, solo che così non sarà più un problema del Comune.
Non è chiaro, peraltro, come vengano selezionati gli aventi diritto all’ingresso nei vari spazi: se il genere è qualcosa che la persona decide liberamente e la razza non esiste, come distinguere donne e uomini, bianchi e neri? Anche solo per metterlo alla porta, un bianco deve quanto meno esistere. Non è la prima volta, peraltro, che assistiamo alla pratica del “separatismo”: una serie di incontri riservati alle donne e alle minoranze di genere si sono tenuti anche all’interno di “Nuit debout”, movimento nato in Francia lo scorso anno contro la legge sul lavoro voluta dall’ex presidente socialista François Hollande. Nel 2016, sempre in Francia, un “campo decoloniale” riservato ai non bianchi è stato organizzato da Fania Noël, membro del collettivo Mwasi.
La Maison des femmes di Parigi quella di Montreuil (Seine-Saint-Denis), sono luoghi riservati esclusivamente alle donne, ma finanziate persino con soldi pubblici. Ma i difensori di questa pratica non mancano. Christine Delphy, sociologa femminista, spiega che la non-mixité è indispensabile alle minoranze “affinché le loro esperienze di discriminazione e di umiliazione possano essere dette senza timore di fare pena ai bravi bianchi”. Il che significa che, mettiamo, Beyoncé e Michelle Obama, due donne nere di potere, vengono ritenute aprioristicamente più sofferenti di una qualsiasi operaia bianca. Ovviamente è appena il caso di ricordare che far passare lo sfruttamento per il colore della pelle anziché per rapporti sociali reali è il top del razzismo. Ma, soprattutto, una domanda sorge spontanea: questo significa che da oggi sarà possibile anche organizzare eventi per soli bianchi?
Adriano Scianca