Roma, 24 giu – L’Uganda è il secondo produttore e consumatore mondiale di banane, tanto che nella nazione dell’Africa orientale vengono prodotti ogni anno 10 milioni di tonnellate di questo frutto e il consumo pro capite è stimato a un chilogrammo al giorno. Questo enorme consumo crea però problemi di tipo ambientale, visto che milioni di tonnellate di bucce devono essere smaltite. Ma alcuni intraprendenti ugandesi stanno lavorando per riciclare le bucce di banana, usandole per produrre diversi beni di consumo. Vediamo come.
Come l’Uganda ricicla le bucce di banana
Di recente, alcune società ugandesi hanno iniziato a usare macchinari per separare dalla buccia le fibre, che poi vengono usate per produrre tappeti e “pelle vegana”. Quest’ultima viene lavorata per produrre scarpe, cinture, portafogli, borse e altro e gli scarti di lavorazione vengono inceneriti per produrre carbonella vegetale che, al contrario di quella ottenuta dalla legna, non produce fumi tossici.
Questa forma di economia circolare è un esempio di innovazione frugale, tipica dei Paesi in via di sviluppo. Si basa difatti su soluzioni semplici per risolvere enormi problemi locali. Ha il vantaggio anche di generare molti posti di lavoro, senza contare che per i contadini la vendita degli scarti di banana è un modo di avere piccoli guadagni aggiuntivi.
Le società che si occupano di questa trasformazione stanno organizzando corsi di formazione non solo in Uganda, ma anche in altri Paesi africani i quali vogliono copiare il successo di questa innovativa economica circolare.
Giuseppe De Santis
2 comments
Bravi ! Tra qualche anno gli europei (o quello che ne rimane) emigreranno con i barconi in Africa in cerca di lavoro e sostegno…
Non ditelo al Belgio altrimenti aumenta il prezzo delle banane.