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Il ruggito dell’orso russo: Putin espelle 755 diplomatici americani

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Mosca, 31 lug – L’amicizia tra Usa e Russia, se mai sia stata davvero ritrovata, è in crisi. La pazienza di Putin con gli Stati Uniti è finita e il presidente russo ha deciso che entro settembre 755 diplomatici americani dovranno lasciare il Paese. Le due reciproche rappresentanze diplomatiche, russa e americana, in questo modo, avrebbero lo stesso numero di addetti. Anche perché già nel 2016 l’allora presidente americano Obama aveva espulso 35 diplomatici russi dagli Stati Uniti, considerato agenti sotto copertura. E Putin, a caldo, non reagì.

Putin ha inoltre dichiarato ai media locali di essere pronto ad adottare anche altre misure per rispondere alle posizioni assunte dagli americani: “La Russia ha offerto agli Usa di avviare la cooperazione molte volte, anche sulla cyber security, ma ha ascoltato soltanto accuse senza fondamento”, ha affermato Putin spiegando che Washington in questo modo non fa altro che peggiorare le relazioni bilaterali tra i due Paesi

A mandare su tutte le furie il Cremlino sono state le nuove sanzioni che un paio di giorni fa il Congresso americano ha approvato in segno di punizione nei confronti delle interferenze russe nelle elezioni americane. Il Russiagate, quindi, si arricchisce di una nuova puntata, e mette in una situazione di crescente debolezza il numero uno della Casa, Bianca Donald Trump, il quale ha dovuto capitolare di fronte alle decisioni del Congresso e firmare nuove sanzioni contro Mosca, insieme a quelle contro la Corea del Nord e l’Iran.

La mossa di Putin potrebbe scatenare una guerra economica con l’America, anche perché il ministero degli Esteri russo ha definito le nuove sanzioni firmate dagli americani come “un ricatto mirato a limitare l’interazione dei partner stranieri con la Russia”. E Mosca, stando a quanto riporta il principale quotidiano economico russo, Kommersant, in autunno potrebbe tagliare agli Usa le esportazioni di titanio e di uranio arricchito. Facile capire come in questo modo verrebbe danneggiata l’industria aeronautica americana, per esempio. E tra i russi si ricomincia a parlare di Guerra Fredda, con tutte le conseguenze che questa parola porta con sé.

Anna Pedri

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