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Stoltenberg: “Revocare restrizioni sulle armi a Kiev”. Così potranno colpire in territorio russo

by Michele Iozzino
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Roma, 25 mag – Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, durante una intervista rilasciata al settimanale The Economist, ha espresso la volontà che gli alleati che mandano armi a Kiev riconsiderino le restrizioni sul loro uso, permettendo agli ucraini di adoperarle anche contro obiettivi militari in territorio russo.

La posizione di Stoltenberg

Secondo il The Economist, le parole di Stoltenberg si riferiscono ad un membro preciso della Nato, quello per certi versi più ingombrante, ovvero gli Stati Uniti del presidente Joe Biden, nonostante il segretario generale eviti di citarli apertamente. Infatti, come nota l’intervistatrice, alcuni paesi tra cui il Regno Unito hanno già dato il via libera agli ucraini di colpire in territorio russo, mentre a porre questa limitazione sono proprio gli Stati Uniti. Stoltenberg argomenta così la propria posizione: “Penso sia giunto il momento per gli alleati di valutare se non sia il caso di revocare alcune delle restrizioni sull’uso degli armamenti che hanno donato all’Ucraina perché, soprattutto ora che molti dei combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine, negare all’Ucraina la possibilità di utilizzare queste armi contro obiettivi militari legittimi in territorio russo rende molto difficile per gli ucraini difendere sé stessi”. Insomma, quando Stoltenberg parla di revocare le restrizione non sembra avere in mente attacchi in profondità nel territorio russo. E aggiunge: “Questa è una guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. L’Ucraina ha il diritto di difendersi e questo include anche colpire obiettivi in territorio russo”.

Orban contro Bruxelles: “Si preparano all’entrata in guerra”

In maniera diametralmente opposta a Stoltenberg, sulla guerra tra Russia e Ucraina è intervenuto ieri anche il primo ministro Viktor Orban. Per quest’ultimo, “La probabilità che qualcuno – non stiamo parlando solo della Russia, ma di chiunque altro – oggi decida di attaccare un paese della Nato è estremamente ridotta”. E argomenta: “La Nato è un’alleanza difensiva e non tollererà azioni militari che violino la sovranità di qualsiasi paese membro. Pertanto, interpreto questi riferimenti alla ‘minaccia russa’ piuttosto come manovre da parte dell’Occidente e dell’Europa per prepararsi all’entrata in guerra”. Per poi chiosare: “A Bruxelles e a Washington, ma più a Bruxelles che a Washington, è in corso una sorta di preparazione del sentimento per una guerra mondiale”. Nel frattempo l’Ungheria ha fatto sapere di non voler applicare sul proprio territorio un eventuale mandato di arresto della Corte penale internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Michele Iozzino

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