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Strage di Parigi: uno degli attentatori era un rifugiato

by Alberto Maglio
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A soldier stands by victims in the10th district of Paris, Friday, Nov. 13, 2015. (AP Photo/Jacques Brinon)

Parigi, 14 nov – Dopo la triste conta delle vittime, stanno già avendo importanti sviluppi anche le ricostruzioni delle identità degli attentatori di Parigi.

Secondo quanto riporta l’emittente Bfm Tv, uno dei terroristi sarebbe stato in possesso di un passaporto egiziano mentre, il soggetto identificato come cittadino francese, sarebbe stato già noto ai servizi della Dgsi, la Direction Generale de la Securité Interieure. Quest’ultima circostanza, da sola, potrebbe confermare lo stato di totale impreparazione delle varie intelligence europee che, con buona pace del Ministro Alfano, sembrano brancolare nel buio.

E come se questo non bastasse, a rincarare la dose si è aggiunta la notizia secondo cui uno dei tre terroristi di cui si è potuta ipotizzare l’identità, sarebbe un rifugiato siriano, registrato a Lesbo lo scorso 3 ottobre. In un primo momento, a fornire l’indiscrezione è stata l’emittente greca Antenna1 News sostenendo che ben due jihadisti fossero tra i migranti che si sono spostati attraverso la Grecia per arrivare nel cuore dell’Europa. A distanza di poche ore, è arrivata poi la conferma da parte del vice ministro dell’Interno, Nikolaos Toskas: ” Il titolare del passaporto è passato da Lesbo il 3 ottobre 2015 dove è stato identificato in base alle norme Ue come deciso al vertice sulla questione dei profughi. Non sappiamo se il passaporto è stato controllato da altri paesi dove c’è il rischio sia passato il titolare. Continueremo lo sforzo scrupoloso e persistente, anche se in circostanze difficili, di garantire la sicurezza del nostro Paese e dell’Europa, insistendo sulla completa identificazione dei rifugiati”.

Purtroppo questa tragedia non è altro che l’ennesima conferma di come i flussi migratori dal Medio Oriente e dalle coste libiche dovrebbero essere immediatamente bloccati per evitare, poi, di doversi confrontare con il mostro accolto a braccia aperte.

Eppure bisogna stare attenti a non pesarlo ad alta voce. “Nessuno si deve permettere di fare sciacallaggio elettorale sui morti”, si legge un po’ dappertutto sul web. Chiaro riferimento a Matteo Salvini e le sue esternazioni recenti e meno recenti.

Allora la domanda sorge spontanea: fino a che punto si spingerà il buonismo dilagante e il pacifismo imbelle che lega i governi europei? Fino a quando dovremo sentir dire che il terrorismo si combatte con l’accoglienza e con l’integrazione?

Speriamo non fino alla prossima strage.

Alberto Maglio

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