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Stupri, via la norma di Obama: “Anche accusati hanno diritto a processo equo”

by Adriano Scianca
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Roma, 27 set – Venerdì scorso, il ministero dell’Educazione americano ha abrogato un’altra delle norme simbolo dell’amministrazione Obama. Si tratta di una direttiva concernente le indagini sugli stupri nelle università varata nel 2011. Da tempo, negli Usa, si discute dell’altissima incidenza di aggressioni sessuali denunciate nei campus. I dati ufficiali dicono che una su cinque, ovvero il 20%, sia stata vittima di violenze sessuali. Una percentuale impressionante che ha convinto la Casa Bianca a rivedere le leggi in materia e pubblicare a inizio anno una lista, Stato per Stato, dei campus (ben settantuno) con il più alto numero di “incidenti”. Sotto Obama, era stato varato un regolamento draconiano che era stato criticato da parte del corpo insegnante per la sua mancanza di imparzialità. Gli studiosi di diritto avevano inoltre criticato la mancanza di equità tra accusati e accusatori.

Del resto la direttrice ad interim dei diritti civili del dipartimento dell’Educazione, Candice Jackson, lo scorso luglio aveva detto in una intervista al New York Times che il 90% degli abusi sessuali nei campus, in realtà, deriva da sesso praticato in stato di ubriachezza di cui i denuncianti si pentono. “Ogni sopravvissuto a una condotta sessuale inappropriata deve essere preso sul serio. Ogni studente accusato di condotta sessuale inappropriata deve sapere che la colpa non è predeterminata”, ha annunciato la segretaria all’Educazione Betsy DeVos, all’Università George Mason di Arlington, in Virginia, dove è stata accolta dalle proteste delle sopravvissute ad abusi sessuali. Secondo DeVos, la norma di Obama è stata erroneamente inserita in un contesto “uomini contro donne. Uno stupro è uno di troppo – ha ricordato DeVos – un assalto sessuale è uno di troppo, una molestia aggressiva è una di troppo, ma anche una persona a cui viene negato un giusto processo è una di troppo”.

Il dibattito tocca nel vivo uno dei nervi scoperti della società americana, dove da qualche anno ci si domanda incessantemente cosa sia uno stupro, allargando a dismisura il concetto. La California, per esempio, ha varato una legge che inverte i canoni tradizionali del problema: non più “no significa no” (lo stupro, cioè, è l’atto sessuale in presenza di un dissenso esplicito della donna) ma “sì significa sì” (lo stupro è qualsiasi atto sessuale in assenza di un consenso preliminare esplicito). “Un europeo che vada negli Stati Uniti – ha scritto tempo fa il sociologo Alain Touraine – può avere spesso l’impressione che uomini e donne si evitino; l’espressione sexual harassement indica bene questo estremismo. Molti professori uomini, quando ricevono una studentessa, fanno attenzione a tenere la porta aperta”.

Adriano Scianca

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