Ramzan è figlio di Akhmad Kadyrov, nazionalista e musulmano, leader della prima ora dei separatisti e nelle fila di questi della prima guerra cecena (1991-1996), protagonista di un primo tentativo di riconciliazione con il governo federale Russi ed eletto presidente con un ampio consenso a fine 2003; Akhmad fu assassinato con uno spettacolare attentato in uno stadio della capitale Groznyi pochi mesi dopo, mentre volgeva al termine anche la seconda guerra cecena (1999-2006), iniziata con la distruzione completa della capitale nel corso del primo anno di ostilità.
Ramzan Kadyrov, giovanissimo (classe 1976) diviene presidente della Cecenia nel 2006, che da allora governa con pugno di ferro, forte anche di un esercito d’elite ai suoi ordini composto da circa 3mila uomini, guadagnando anche la fiducia e la stretta alleanza del presidente Putin grazie alla sua efficacissima azione anti-terroristica. Tanto che anche la gestione dell’ultimo attacco terroristico in Cecenia lo scorso dicembre che, sebbene molto meno efficace e organizzato che in passato, ha prodotto una ventina di vittime tra assalitori e forze governative e una trentina di feriti, è stata devoluta completamente alle forse di sicurezza interne affidate al presidente Kadyrov.
Negli ultimi mesi, inoltre, elementi delle forze speciali cecene agli ordini di Kadyrov hanno affiancato i combattenti separatisti del Donbass contro l’esercito regolare di Kiev.
Tutto questo ha accreditato agli occhi della più vasta opinione pubblica russa la Cecenia come l’alleato più coraggioso e fedele e Kadyrov stesso come affidabile leader patriottico, profondamente religioso e strenuo difensore della nazione.
“la risposta pubblica senza precedenti alla strage di Charlie Hebdo in Francia potrebbe essere stata organizzata da quelli che vogliono provocare un sentimento anti-islamico e distrarre la gente dagli altri problemi, anche di natura globale”, ha dichiarato Ramzan Kadyrov, che ha spiegato la propria posizione con un lungo post su Instagram, aggiungendo di considerare comunque con favore la denuncia unanime del terrorismo da parte dei leader mondiali così come dei milioni di persone che hanno preso parte alle manifestazioni di Parigi.
Kadyrov ha anche condannato l’assassinio di persone inermi da parte dei terroristi, considerando la lotta contro il terrorismo il compito più importante della sua vita.
“Perché i presidenti, i re, e i primi ministri non hanno mai guidato marce di protesta contro le stragi di centinaia di migliaia di afgani, siriani, egiziani, libici, yemeniti e iracheni? Perché questi rimanevano silenziosi quando i terrorismi piazzarono una bomba nell’edificio governativo della Cecenia o quando fecero saltare lo stadio di Grozny uccidendo il presidente ceceno Akhmad-Haji Kadyrov [suo padre, NdT] e i suoi collaboratori? E perché non reagirono in occasione dell’assalto alla scuola di Beslan e al sequestro degli ostaggi nel teatro Dubrovka di Mosca? Perché rimasero in silenzio quando nello scorso dicembre i terroristi presero la Casa della Stampa e una scuola in Grozny, provocando 50 tra morti e feriti?”
Kadyrov soggiunge poi, quasi in tono profetico: “È impossibile tenere in sicurezza Parigi, Londra, Madrid e le altre capitali europee se le relative società nel loro complesso mancano di condannare quelli che istruiscono e sponsorizzano i terroristi in tutto il mondo, mascherandolo some supporto per i movimenti d’opposizione ”, con un nemmeno troppo velato riferimento all’atteggiamento dell’occidente nei confronti della Siria.Il leader ceceno, ancora con riferimento a potenze
Compassione, quindi, insieme a una fermezza e una visione estremamente chiara che non smentiscono la fama del giovane leader combattente e politico, e che nuovamente confermano la struttura tutt’altro che uniforme del variegato mondo islamico.
Francesco Meneguzzo