Secondo una missiva dell’archivio di Stato israeliano, portata alla luce due anni fa ed oggi resa nota, Nelson Mandela, ex presidente del Sudafrica morto due settimane fa e celebrato dal mondo intero, sarebbe stato formato militarmente in Etiopia da agenti del Mossad, il potente servizio segreto israeliano.
A rivelarlo il sito israeliano “Haaretz”, subito ripreso dalla stampa internazionale e dall’inglese “The Guardian”, il quale spiega che, nel 1962, prima del suo arresto, Mandela fu istruito dagli israeliani “all’uso delle armi ed alle tecniche di sabotaggio”. In visita a diversi paesi africani per raccogliere appoggi e fondi nella sua lotta contro il regime dell’apartheid, Mandela avrebbe infatti chiesto sostegno all’ambasciata di Israele in Etiopia, nascondendosi dietro l’uso di uno pseudonimo.
Noto come la Primula Nera, Mandela – è spiegato nella lettera destinata ai funzionari israeliani – “aveva mostrato interesse per i metodi della Haganah, un’organizzazione paramilitare ebraica che ha combattuto contro i dominatori inglesi e la popolazione araba della Palestina nel 1930 e ’40” ed aveva inoltre dimostrato “familiarità con i problemi di ebrei e di Israele”, tanto che gli agenti avevano cercato di avvicinarlo alla causa del sionismo.
Una circostanza che, in effetti, “The Guardian” ritiene verosimile in relazione a quanto riportato dal sito del ministero degli Esteri israeliano, il quale confermerebbe – pur senza far ovviamente riferimento ai rapporti col Mossad – un incontro tra Mandela ed un funzionario israeliano in Etiopia nel 1962.
Emmanuel Raffaele
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