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Il settore giovanile e quel senso di appartenenza: la lezione del Cesena al calcio italiano

by Marco Battistini
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Roma, 14 apr – Ottantanove punti in trentacinque partite. Settantaquattro reti segnate, solamente diciotto subite. Ventotto vittorie, due sconfitte. Prima squadra professionistica a chiudere – con ben quattro giornate d’anticipo – i conti nel proprio campionato. No, non stiamo dando i numeri, parliamo (come al solito) di pallone. Giovane, romagnolo e vincente: dal girone B di Lega Pro ecco la lezione del Cesena a tutto il calcio italiano. Il Cavalluccio torna così, a sei anni di distanza dal fallimento, in serie cadetta. Ma andiamo con ordine.

Errori, investimenti e consapevolezza

Si dice che Roma non sia stata costruita in un giorno. Senza rievocare l’amara data del 16 luglio 2018 – giorno della morte sportiva – possiamo trovare la genesi di questa netta affermazione, vera e propria cannibalizzazione del torneo, nel corso della stagione 2021/22. La cordata di imprenditori locali che a tempo debito aveva garantito continuità alla storia bianconera prese atto di non poter sostenere sforzi ulteriori rispetto al mero mantenimento della categoria. L’ambizione della piazza però è alta: quando la proprietà passa nelle mani della coppia italo-americana Aiello-Lewis, con tutte le riserve che si possono avere verso uomini legati all’alta finanza, in riva al Savio si torna a pensare (un po’ più) in grande.

L’estate successiva porterà quindi investimenti importanti, obiettivo il ritorno in cadetteria. Ma strane dinamiche – ufficialmente un infortunio – mettono subito fuori causa l’ottimo portiere Minelli. Portando così alla titolarità l’acerbo (figlio dell’allora co-presidente) Lewis e il non irresistibile Tozzo. Proprio le incertezze degli estremi difensori toglieranno alla causa sanguinosi punti nel testa a testa contro la Reggiana. Persi gli spareggi in semifinale, eccoci all’estate 2023.

Rimasto solo al comando John Aiello, avvocato dalle chiare origini italiane, affida il mercato a Fabio Artico. Partendo da basi già solide l’ex centravanti puntella la rosa romagnola. Risolve la grana portieri affiancando a Pisseri il promettente Siano, irrobustisce la mediana (l’esperto Varone), sistema la fascia sinistra con Donnarumma. Il vuoto lasciato dal classe 2003 Stiven Sphendi – passato all’Empoli – viene coperto dal gemello Cristian. Quest’ultimo in ritiro, con i compagni già sotto la doccia, si fermava in campo per migliorare sotto porta. Oggi è a quota 21 reti.

Giovane, quindi vincente: la lezione del Cesena

Fatto tesoro degli errori passati e digerito il passo falso all’esordio (sconfitta ad Olbia per 2-1) il Cavalluccio, praticamente, non si ferma più. La Torres sbaglia pochi colpi ma con l’avvento del nuovo anno solare De Rose e soci compiono l’allungo decisivo. Difesa blindata e bel gioco, atteggiamento propositivo e capacità di soffrire nelle – pochissime – giornate difficili. Ma soprattutto, oltre alla suddetta punta albanese, l’inserimento in pianta stabile di altri 3 ragazzi del 2004. Tutti romagnoli, tutti provenienti dal settore giovanile. Prendere appunti, come a lezione: la loro esponenziale crescita è tra i segreti del giovane e vincente Cesena che si appresta al ritorno in Serie B.

Simone Pieraccini, professione difensore centrale, vive tra Forlì e Ravenna: non ha fatto certo rimpiangere il lungodegente Andrea Ciofi, un’istituzione da queste parti. Per ben 2 volte è finito nel tabellino dei marcatori, portando in dote 6 preziosissimi punti. Il centrocampista faentino Matteo Francesconi invece a metà agosto aveva già le valigie in mano: le ottime prove in Coppa Italia contro Entella e – soprattutto – Bologna hanno riscritto la sua storia. Lo conoscono anche in Spagna e Portogallo, ha vinto da protagonista un campionato con più di duemila minuti giocati. E poi c’è il talentino Tommaso Berti. Dalla piccola frazione di Calisese, nella scorsa stagione con la maglia della Fiorentina Primavera (dove era in prestito) ha deciso la-Supercoppa di categoria. Quest’anno, sulla trequarti, spesso e volentieri ha fatto il bello e il cattivo tempo: centrando 4 volte il bersaglio grosso, propiziando altre 8 marcature.

Il settore giovanile, fiore all’occhiello del Cavalluccio

Il Cesena insomma è tornato a compiere la propria missione storica. Ovvero far sbocciare in casa le migliori gemme del suo fiore all’occhiello. Cosa comunque ben diversa dal far esordire giovani in maniera scriteriata. Senza dimenticare chi, cresciuto da queste parti, si è già meritato chiamate davvero importanti. Un esempio? Simone Lontani, classe 2008 nel giro dell’Under-16, ha da poco firmato un contratto da professionista con il Milan.

Il settore giovanile, indissolubilmente legato al territorio romagnolo, al pari della prima squadra nel 2018 è dovuto ripartire da zero. Perdendo per strada gente come Cesare Casadei e Matteo Prati. Ma lavoro e competenza pagano sempre un buon dividendo. I risultati quindi non sono tardati ad arrivare: l’Under-19 si appresta a vincere il campionato Primavera 2 e, scendendo, sono già fioccati diversi scudetti. Giovane e vincente, l’esempio del Cesena è nelle recenti parole del suo direttore sportivo: «i ragazzi cresciuti nel settore giovanile sono una grandissima risorsa. Qui sono veramente legati alla maglia, con un senso di appartenenza speciale. Lo vedi quando si abbracciano, hanno un sogno: indossare la maglia del Cesena».

Marco Battistini

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