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L’arte del poker tell: come decodificare il linguaggio del corpo al tavolo verde

by Redazione
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poker tell

E’ metafora di imperscrutabilità, un’espressione insondabile che caratterizza l’atteggiamento del giocatore navigato: parliamo della poker face, la faccia da poker, quella cantata da Lady Gaga e citata nel recente film di Russel Crowe, quella che chi ambisce a farsi strada in questo tipo di gioco sa di dover mettere su ogni volta che inizia una partita. In un gioco come il poker, in cui a fare la differenza sono tattica e strategia, la capacità di dissimulare le proprie emozioni è una vera e propria arte. Una corazza che permette al giocatore di non lasciar trasparire, ad esempio, la delusione per un round che non ingrana, o l’irrefrenabile gioia per una mano particolarmente fortunata. Se la faccia da poker è l’alleata più preziosa di chi siede al tavolo verde, lo sono altrettanto tutti quei segnali non verbali che arrivano, spesso inconsapevolmente dagli avversari. In gergo si chiamano “body tell”, e la capacità di individuarli e interpretarli si rivela preziosa per costruire la propria strategia. Naturalmente va da sé che la capacità di leggere la gestualità dell’avversario va di pari passo con l’abilità di controllare la propria. Per affinare questo tipo di competenze ci vuole spirito di osservazione e allenamento. Ma quali sono i principali elementi legati al body tell da osservare durante una partita a poker? Scopriamoli insieme.

Questione di… comunicazione

Per comprendere esattamente il tipo di messaggio veicolato dai tell è fondamentale prendere confidenza con le dinamiche alla base della comunicazione. Questo tipo di processo prevede tre livelli: il livello verbale, che funziona per mezzo delle parole, quello paraverbale, che fa riferimento al modo in cui esprimiamo un concetto attraverso il tono di voce, la velocità di eloquio, il volume, le pause e i silenzi. Il terzo livello della comunicazione è quello non verbale e racchiude tutte quelle informazioni che vengono espresse attraverso i gesti, la postura, lo sguardo, il respiro, i movimenti del viso. Quelli che vengono definiti body tell dunque sono parte integrante della comunicazione non verbale, una compagine espressiva che, secondo uno studio condotto dallo psicologo americano Albert Mehrabian, contribuisce alla comprensione del messaggio nella percentuale del 55%. Ecco perché è un aspetto che proprio al tavolo da gioco può rivelarsi estremamente efficace, una vera mappa nascosta delle emozioni provate dall’avversario. Ne è convinto anche Phil Hellmuth: il campione americano, il cui nome è presente nella Poker Hall of Fame, sostiene infatti che il successo in una partita a Texas Hold’em dipende solo per il 30% dalle competenze tecniche, il restante 70% è legato a doppio filo proprio alle doti empatiche che consentono di cogliere tutti i body tell che arrivano dagli sfidanti. 

Body tell: quando la partita si gioca a un altro livello

Lo stretto legame che intercorre tra il poker e la dimensione psicologica, dunque, è molto più importante di quanto si possa immaginare. Si tratta di una “partita nella partita” che dal tavolo verde si sposta a un livello più ineffabile, ma allo stesso tempo fortemente tangibile, ma solo per chi sa coglierlo. Ogni volta che un gruppo di giocatori si siede al tavolo le partite in campo sono almeno due, la prima procede tra round, mani e montepremi, la seconda, in realtà, inizia molto prima, esattamente nel momento in cui gli sfidanti si incontrano: è questa la fase in cui è possibile analizzare gli atteggiamenti degli avversari. Nel poker, non a caso, vince chi ha più spirito di osservazione ed empatia: la strategia migliore consiste nel comprendere il comportamento di base di ciascun giocatore per poterne cogliere ogni minima variazione quando la partita ha inizio. I player di lungo corso spesso consigliano di fare caso a dettagli come il look, la mimica facciale, il modo in cui vengono tenute le carte. Da qui derivano diversi significativi indizi da sfruttare a gioco iniziato. Il momento a cui gli esperti suggeriscono di porre particolare attenzione, poi, è quello in cui vengono distribuite le carte personali: scrutando gli avversari mentre le osservano è possibile cogliere tutte quelle espressioni e quei gesti involontari che in realtà possono tradire delusione o soddisfazione. Certamente, queste tattiche posso essere messe in pratica quando si gioca ad un tavolo verde reale e non ad uno virtuale. Eppure, bisogna padroneggiare bene ogni carta ed ogni mossa per essere in grado di osservare gli avversari ed ottenere un ottimo risultato. Per questo, è bene fare molta pratica prima di sfidare degli avversari al tavolo verde. Il migliore provider del gioco online italiano mette a disposizione moltissime opzioni di gioco che possono aiutare a sviluppare una strategia di gioco eccellente. I loro tornei, ad esempio, sono molto gettonati e permettono a giocatori di tutto il mondo di prendere parte a partite avvicenti, sia di Omaha Poker che del loro famosissimo Texas Hold’em.

Table talk e dissimulazione

Proprio perché il poker è un gioco di strategia basato sul “non detto” che traspare da gesti e micro-espressioni, ogni giocatore sa che gran parte della sfida consiste non solo nel mantenere l’aplomb, cercando di trincerarsi dietro una granitica faccia da poker, ma anche nel lanciare segnali non verbali volutamente contrari alle proprie emozioni con l’obiettivo di portare fuori strada l’avversario: chi ha una mano fortunata, di solito, ostenta disinteresse e delusione, cosa che non fa chi invece ha in mano carte deboli e cerca di sviare gli altri partecipanti mostrandosi forte. E’ la ragione per cui un campione come Mike Sexton consiglia ai principianti di imparare a dissimulare: chiamando poco e puntando tanto si riesce in qualche modo a mascherare l’insicurezza tipica delle prime partite. Il pokerista esperto, in realtà, sa leggere anche dietro questi segnali. Altro dettaglio da non trascurare è il table talk: chiacchierare al tavolo può indurre gli altri giocatori a fornire informazioni inconsapevoli sul proprio gioco, ma solitamente chi ha più esperienza non ama correre il rischio di tradirsi con una parola di troppo, d’altra parte l’attrice e doppiatrice americana Jennifer Tilly, che è anche una campionessa di poker, suggerisce di non dilungarsi in conversazioni non necessarie, in questo modo sarà più facile evitare di scoprirsi troppo. 

I principali tell da monitorare al tavolo verde

Dunque il linguaggio del corpo lancia segnali che, per chi sa coglierli, rappresentano la traccia nascosta del gioco dell’avversario. Certo, c’è sempre la possibilità che quest’ultimo provi a sviarci con una strategia ben precisa, che punta a esasperare alcuni gesti, ma in linea di massima ci sono segnali involontari che possono metterci in guardia. Il giocatore in possesso di una buona mano, ad esempio, tende a essere nervoso e lo si capisce da alcuni tell inequivocabili: gli tremano le mani, le vene del collo pulsano velocemente, tende a sudare abbondantemente, si finge disinteressato alla mano o si guarda intorno ostentando noncuranza e naturalezza. 

La prossemica, poi, che tanto ci dice sulle dinamiche seduttive, non mente: chi si sente fortunato si avvicina di più al tavolo. Diversamente chi sa di non avere avuto particolare fortuna lancerà segnali di insicurezza: si morderà le labbra, inizierà a mangiucchiare le unghie, accavallerà le gambe, tenderà a toccarsi il collo o a strofinare la fronte, se è una donna potremmo sorprenderla a giocare con i capelli o con la collana. I tell in realtà sono molteplici: se ad esempio l’avversario chiama molto in fretta, è possibile supporre che abbia in mano carte favorevoli o che magari stia lavorando a un determinato progetto. 

Il poker possiede un fascino innato che si svela ben oltre il perimetro di gioco imposto dal tavolo verde: qui tra la dimensione intima delle proprie carte e l’esito della partita si schiude un universo fatto di strategia, tattica e intuito che ciascun giocatore mette in campo per portare avanti il proprio gioco senza scoprirsi troppo e cercando, allo stesso tempo, di indovinare le mosse che il proprio avversario ha in serbo. I campioni lo sanno: la competenza tecnica conta fino a un certo punto, poi le dinamiche di gioco ruotano attorno all’abilità di trincerarsi dietro una enigmatica faccia da poker e di dissimulare le emozioni. E’ proprio per questo che la comunicazione non verbale nel poker è la chiave che schiude tutte le porte, un aspetto che i neofiti studiano sin dagli esordi per cercare di entrare in possesso di quella capacità di introspezione che tutti considerano la vera forza motrice del gioco. Mani che tremano, sguardi lanciati causalmente nel vuoto e segnali di nervosismo sono input preziosi che spostano la partita su di un altro livello e rendono l’esperienza ludica ancora più avvincente.

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How to decode body language at Green Table - OiCanadian 7 Giugno 2023 - 2:10

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