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Sottoporsi ad un trapianto di capelli all’estero: è davvero un’opportunità?

by La Redazione
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Andare all’estero per sottoporsi ad un trapianto di capelli, per poter ovviare ad una calvizie in stato più o meno avanzato, è una tendenza sempre più diffusa, al punto che si parla ormai di vero e proprio “turismo tricologico”.

Da un lato oggi è diventato molto semplice spostarsi all’estero, anche dal punto di vista economico, dall’altro la chirurgia estetica ha compiuto notevoli progressi per quel che riguarda le tecniche di autotrapianto e, in generale, le soluzioni che consentono di recuperare una capigliatura folta, di conseguenza il diffondersi di questo fenomeno non deve stupire.

Ma sottoporsi ad un trapianto di capelli all’estero rappresenta realmente un’opportunità?

Ogni clinica, che sia italiana o estera, va valutata singolarmente

Bisogna anzitutto fare una premessa: ogni singola clinica estetica merita di essere valutata singolarmente, di conseguenza non sarebbe corretto affermare a priori che le cliniche straniere siano peggiori di quelle italiane, o viceversa.

Nonostante ciò vi sono alcuni aspetti che meritano di essere evidenziati, sia in termini di punti di forza che di potenziali criticità, e andremo ora ad analizzarli in modo approfondito ed obiettivo.

All’estero si può risparmiare, ma a cosa può essere dovuta questa convenienza economica?

Il principale “pro” di scegliere una clinica straniera è senza dubbio la possibilità di risparmiare: i costi dei trapianti di capelli effettuati oltre confine sono in genere più bassi rispetto a quelli proposti dalle cliniche italiane, ed è proprio questa la ragione per cui così tante persone scelgono di viaggiare per risolvere i loro problemi tricologici.

Dinanzi a questa convenienza economica, però, è legittimo chiedersi: ma perché i prezzi delle cliniche estere sono a tal punto più convenienti?

Sicuramente vi sono nazioni in cui il peso fiscale è inferiore rispetto all’Italia, ciò consente alle cliniche di praticare dei prezzi particolarmente competitivi, inoltre in alcune nazioni il costo della vita, dunque anche quello di vari tipi di servizi, è inferiore, e anche questo gioca a favore del consumatore che giunge dall’estero.

Bisogna però considerare anche il rovescio della medaglia: tralasciando il fatto che andare all’estero comporta comunque dei costi che vanno a ridurre il risparmio effettivo, è tutt’altro che raro che le cliniche straniere operino con delle procedure più approssimative rispetto a quelle adottate in Italia.

Ciò può essere dovuto a delle normative igienico-sanitarie meno stringenti, o più semplicemente al fatto che le cliniche straniere, essendo abituate ad accogliere molti clienti anche dall’estero, sviluppano il loro business su grandi numeri, ragion per cui adottano delle procedure molto standardizzate.

Questo appunto, non è un bene, sia perché la qualità può essere inferiore (come viene spiegato dall’equipe medica di www.clinicbiorigeneral.com), infatti in Turchia e in altre nazioni estere è frequente che non si venga neppure operati da chirurghi, ma da personale non medico; sia perché il trapianto di capelli è un intervento che deve fondarsi sulla massima personalizzazione e su un attento studio del singolo caso, basato anche su una scrupolosa anamnesi.

La qualità di un trapianto è valutabile solo nel lungo periodo

Il risultato di un trapianto di capelli non è assolutamente valutabile nell’immediato.

Dopo alcune settimane dall’effettuazione dell’intervento, infatti, si verifica il cosiddetto “shock loss”, ovvero i capelli cadono in maniera copiosa, tanto da far temere di essere stati persino sfigurati da quanto compiuto.

Al di là di questo, il risultato di un trapianto di capelli può dirsi definitivo solo dopo lungo tempo, indicativamente dopo un anno, di conseguenza un paziente non potrà mai definirsi “soddisfatto” o “insoddisfatto” poco dopo il termine dell’operazione.

Questo aspetto, comune a qualsiasi tipo di trapianto, può sicuramente rappresentare una criticità per chi si sottopone ad un trapianto di capelli all’estero: mentre in Italia, infatti, si può agevolmente far riferimento alla clinica presso cui ci si è operati e ai relativi medici per avere tutti i dovuti chiarimenti circa il regolare evolversi della situazione, con una clinica estera ciò può rivelarsi molto più complicato, sia per ragioni linguistiche e sia perché diverse cliniche straniere non prevedono alcun servizio di Customer Assistance.

Parallelamente a questo, bisogna sottolineare anche che l’effettuazione di un trapianto di capelli non può assolutamente articolarsi in un unico incontro tra paziente e professionista.

Tralasciando gli incontri preliminari di studio del caso, anch’essi importantissimi, il paziente deve comunque sottoporsi a delle visite periodiche di controllo da tenersi a cadenze regolari, fino a quando il risultato non potrà dirsi definitivo.

È assai frequente che le cliniche estere non prevedono questo tipo di visite e ciò, inevitabilmente, va a scapito della qualità; laddove le prevedesse, invece, il paziente ha l’onere di compiere ulteriori viaggi all’estero.

Negli interventi di chirurgia estetica non si può transigere in termini di qualità

Concludendo, dunque, si può affermare che in un mondo globalizzato quale quello odierno ha assolutamente senso cogliere le opportunità che l’estero può offrire, ma quando si parla di chirurgia estetica non si può ragionare da semplici “consumatori”, badando esclusivamente al risparmio.

Negli interventi chirurgici non si può assolutamente transigere in termini di qualità, professionalità e sicurezza.

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