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Di Stefano: “No al Referendum è anche vittoria di CasaPound. Ora elezioni subito”

by Davide Romano
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Simone Di Stefano referendum RenziRoma, 5 dic – “Chi vota No vota come CasaPound”. Durante la campagna referendaria molto spesso il ministro Boschi e l’ormai ex premier Renzi, avevano utilizzato proprio CasaPound come spauracchio, come “paradigma del male”, da utilizzare per convincere i moderati a votare Sì. Ora con la vittoria netta del No al Referendum Costituzionale e la fine dell’esperienza del governo Renzi, il movimento della tartaruga si dice pronto alla battaglia elettorale e ad impedire ad ogni costo la formazione di un nuovo governo tecnico. Al Primato Nazionale, il vicepresidente Simone Di Stefano, a cui da pochi giorni sono stati revocati gli arresti domiciliari per aver difeso da uno sgombero alcune famiglie italiane, spiega le prossime mosse di CasaPound per raggiungere l’obiettivo dichiarato: “entrare in Parlamento”.

Soddisfatto dal risultato delle urne? Può essere considerata una vittoria anche per CasaPound?

E’ senza dubbio anche una nostra vittoria, visto che fin da subito siamo stati al centro del discorso del No. La Boschi ha più volte ripetuto che “chi vota No vota come CasaPound”, così come Renzi tra le ultime parole prima di cadere aveva detto “sono fiero di essere da un’altra parte rispetto a CasaPound”. Le nostre iniziative per il No e i nostri manifesti sono stati molto visibili, siamo finiti anche su numerose testate internazionali. Ma questa prima di tutto è una vittoria di tutti gli italiani.

Ora cosa succederà, quali sono gli scenari?

Renzi non ha fatto in tempo a dimettersi e c’è già chi parla di governi tecnici in grado di fare scelte impopolari. Il tiro è il solito: le cosiddette scelte impopolari sarebbero quelle di far fallire le banche e far pagare tutto ai cittadini. Sarebbe il quarto governo non eletto da nessuno a fare queste scelte impopolari. E’ chiaro che in questo caso servirebbe una protesta forte, dura, sotto al Parlamento, insieme a chi ritiene tutto questo inaccettabile. Sarebbe auspicabile una rivolta popolare. Bisogna tornare al voto immediatamente.

Anche i 5 Stelle e Salvini chiedono di tornare al voto. Questo Fronte del No così variegato che tipo di soluzioni può proporre?

E’ chiaro che il cosiddetto “Fronte del No” non è un progetto politico, è una compagine eterogenea che non potrebbe rappresentare mai nessuna maggioranza. Adesso per l’Italia la strada è in salita, non esiste una compagine politica che si possa candidare a scalzare il Pd, forse solo i 5 Stelle. Ma tutto dipende dalla legge elettorale che faranno.

CasaPound quindi vuole andare subito alle elezioni?

Assolutamente sì. Vogliamo costruire un movimento in grado di superare la soglia di sbarramento ed entrare in Parlamento in autonomia, senza nessuna alleanza. Se poi qualcuno vuole fare alleanze con noi può recarsi nella nostra sede in via Napoleone III a Roma e chiedere. Ma con chi non ha nemmeno il coraggio di nominarci non possiamo parlare. Noi dobbiamo pensare ad un progetto ambizioso per entrare in Parlamento. Per l’Italia possono fare di più un parlamentare di Cpi che quattro governi di centrodestra.

a cura di Davide Romano

 

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