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Mattarella all'attacco della manovra: "Il sì non è scontato"

by Nicola Mattei
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Roma, 16 nov – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il nuovo governo, i temi economici e i rapporti con l’Ue. Una trama che già a fine maggio aveva tenuto banco, quando l’inquilino del Quirinale si era messo di traverso alla nascita dell’esecutivo giallo-verde. E che ritorna d’attualità in questi delicati giorni di discussione della manovra finanziaria.
Il tema è sempre quello dei rapporti con l’Unione Europa. Il campo è ben delineato: da una parte i due partiti di governo, che non intendono in alcun modo arretrare sul deficit al 2,4%; dall’altro Bruxelles, che chiede con sempre maggior insistenza di recedere dal proposito e rispettare i vincoli comunitari. Tra i due litiganti troviamo Mattarella che, nonostante una narrazione che tenta di dipingerlo ancora come arbitro presunto “imparziale”, fa la sua scelta di campo. E immancabilmente si schiera in quello dell’Ue.
“Non siamo una semplice unione doganale, non siamo una sorta di comitato d’affari”, ha spiegato nel corso di un intervento all’università Lund di Stoccolma. “Un’Europa – ha proseguito – ove la “Generazione Erasmus” e la stessa “Generazione dell’Euro”,  così ben rappresentate in questa Università (ma la Svezia non adotta l’euro, ndr) possano assumere sempre più la guida dei propri destini e rafforzare il senso profondo del disegno europeo per chi verrà dopo di loro”. Una magnificazione in piena regola, accompagnata da indiscrezioni sibilline. Interrogati dai cronisti presenti, i suoi consiglieri avrebbero infatti lasciato intendere che la firma alla manovra non deve essere data per scontata.
Già a settembre il capo dello Stato lanciava un serio monito: “I governi hanno l’onere di contribuire con atteggiamenti e proposte costruttive a garantire il miglior funzionamento dell’Unione, aggiornandone le priorità”, aveva spiegato nel corso di un intervento al Forum Ambrosetti. Una sorta di parlare a nuora perché suocera intenda. All’ordine del giorno trovavamo le prime discussioni sulla manovra, che oggi tiene ancora più banco.
La logica sembrava essere la seguente: sì alla nota di aggiornamento al Def con allargamento del deficit, a patto che si aprisse un dialogo costruttivo con gli alti papaveri Ue. Confronto che non è mai partito seriamente, data la totale rigidità dei secondi.  Forse un modo per mettere alle strette il governo, ben sapendo dell’irricevibilità delle proposte italiane in sede comunitaria e lasciare quindi all’Ue il lavoro sporco, con “l’aiutino” dei partner pronti a chiedere la procedura d’infrazione?
Nicola Mattei

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Cesare 16 Novembre 2018 - 11:49

Mattarella sembra si voglia riferire per non firmare la manovra al nuovo articolo della costituzione del 2012, tenuto ben nascosto dai media e dettato dai banchieri stranieri, relativo al pareggio di bilancio(Fiscal compact).L’articolo sostiene che il paese deve fare pareggio di bilancio, che considerando i 90 miliardi annui di interessi su soldi dati dlla BCE privata e dalle banche private e da loro prodotti a costo zero ed esentasse, significa levare ogni anno dal sistema economico e dalle tasche degli italiani 90 miliardi di euro.Gia’ ora lo stato da anni prende piu’ di quanto dà.L’avanzo primario tuttavia con il pagamento degli interessi viene perduto ed anzi si ha un deficit annuo del 2-3% circa.Poichè è noto che il deficit dello stato è il risparmio dei cittadini, non potere fare deficit e dovendo togliere dalle tasche dei contribuenti 90 miliardi l’anno vi sarà un azzeramento dei risparmi del popolo italiano in poco tempo.Il deficit dello stato fatto fino al 1992 con una banca centrale pubblica(come era bankitalia fino al 1992) non era un debito da ripagare realmente dato che all’ occorrenza lo stato aveva la stampante in mano.Dopo il 1992 con la svendita delle banche pubbliche che detenevano la proprietà di bankitalia, tale debito è finito ai poteri finanziari stranieri(bankitalia è privata al 95%) e rappresenta un vero cappio al collo generato nel 1992 dai burattini nostrani della dittatura oligarchica finanziaria straniera.
E’ quindi urgentissimo che il parlamento cancelli subito tale articolo dalla costituzione e una proposta in tal senso è stata fatta a Maggio 2018 ma non se ne è piu’ parlato; se i gialloverdi non si danno una mossa verranno presto sostituiti da una troika che ammazzerà il paese e ogni futura speranza di risollevarlo con manovre lacrime e sangue per depredarci.Perchè dormono in piedi su una cosa cosi’ critica non è chiaro ma appare per lo meno stupido

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Roberto 17 Novembre 2018 - 11:59

Sempre ottimo Cesare.

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Cesare 17 Novembre 2018 - 2:38

Roberto,
grazie per i complimenti che mi fanno molto piacere!
Cari saluti,
Cesare

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Raffo 17 Novembre 2018 - 1:43

Il presidente piddino e’ inadeguato, impreparato ed incompetente in economia quanto prodi e ciampi,il terribile duo di inetti che,insieme ad altri burocrati,contribuì a strozzarci con una moneta franco-tedesca che ancora ci uccide……….non contento,il grigio inquilino del Quirinale, eletto da quattro gatti piddini, inviso al popolo italiano, oramai parla ad una minoranza autoreferenziale che ci vuole servi,sudditi e schiavi di soros e della feccia africana……….auguroni.

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