Roma, 29 dic – “Me ne frego della liturgia! La verità è che, quando esprimo le mie idee, rosicano… Ripeto: se avessero voluto uno solo per dirigere il traffico dell’aula di Palazzo Madama, avrebbero potuto eleggere un semaforo. Io non rinuncio, e non rinuncerò mai, al mio pensiero“. Ignazio La Russa mette a tacere così le inutili critiche della sinistra e in particolare del Pd, strilloni allo sbaraglio alle prese con surreali richieste di dimissioni al presidente del Senato per aver reso “onore ai fondatori e ai militanti missini”. Il tutto perché La Russa ha semplicemente pubblicato sui social un’immagine per la ricorrenza del 76esimo anniversario della fondazione del Movimento sociale italiano, ricordando suo padre “fra i fondatori del Movimento Sociale Italiano in Sicilia e che scelse il Msi per tutta la vita, la via della partecipazione libera e democratica in difesa delle sue idee rispettose della Costituzione italiana”.
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Il me ne frego di La Russa e le stoccate ai critici
Intervistato dal Corriere della Sera proprio in merito alla ridda di polemiche scatenata dai soliti compagni alla frutta, incapaci di accettare idee diverse dalle loro (ammesso e non concesso che ormai ne abbiamo, di idee), il presidente del Senato non si pente di nulla e afferma di non aver parlato con Giorgia Meloni, secondo alcuni veggenti mediatici arrabbiata per il suo post. “E comunque non mi è giunta alcuna sua critica”, precisa La Russa. E le proteste della comunitià ebraica? “Rispetto le sensibilità della comunità ebraica, ma li invito a documentarsi bene. Anche perché il Msi è sempre stato schierato a favore di Israele, mentre pezzi di sinistra, spesso, tifavano per i palestinesi”, dice il presidente del Senato. In realtà non tutto il Msi era schierato con Israele, ma poco conto relativamente alla polemica in questione.
“Io rispetto le leggi, i valori costituzionali, in aula sono imparziale e super partes. Ho le mie idee. Non le rinnego. E ho il diritto di celebrare la figura di mio padre, con orgoglio e senso di appartenenza a un partito dove, a lungo, ho militato anche io. Dov’è il problema?”, chiede giustamente La Russa. L’esponente di FdI risponde poi così a una domanda del Corriere sul 25 aprile. Lo festeggerà? “Me lo chieda il 23 aprile. Non devo rassicurare nessuno. Certo non andrò a infilarmi in qualche corteo per beccarmi fischi e uova marce. Le ricordo però che, da ministro della Difesa, come suggeriva Luciano Violante, ho già omaggiato i partigiani morti e i morti che, credendo in un’altra ideologia, stavano dall’altra parte”.
Alessandro Della Guglia
5 comments
Resta il fatto che molti fascisti, troppi presunti tali, si sono ingraziati o quantomeno devono ringraziare i compagni in buona fede. La questione vera è che in Italia, di compagni in buona fede pare rimasto nessuno. Si faccia in modo di non fare la stessa fine…
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ahaha ma per favoreee…MSI un covo di venduti alla cia, mantenuti e comandati dagli americani. onore si ma ai poveri militanti ignoranti che credevano veramente in un movimento nazionale e patriota, che nei fatti non é mai esistito, sempre servi nato e sionisti, il vomito per un fascista vero!!
Proprio sto buffone poi, il peggio del peggio, colui che ha messo soldati italiani sulle navi private e gli ha fatto passare le pene dell inferno in india!!!
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