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“Non fu pulizia etnica”: l’Anpi continua a sputare sui morti italiani

by Michele Iozzino
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anpi foibe

Roma, 24 ott – Ennesimo sfregio da parte dell’Anpi al ricordo della tragedia delle Foibe. Questa volta gli eredi dei partigiani se la prendono con una circolare inviata dalle prefetture ai sindaci e alle scuole per invitare questi ultimi a dare vita a iniziative in merito.

L’Anpi contro la circolare sulle Foibe

“Una gravissima forzatura della verità storica, delle leggi vigenti, della stessa autonomia scolastica”, così il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliaruolo definisce la circolare e ne chiede il ritiro. Ma a distorcere i fatti è proprio quest’ultimo. Nel documento inviato a sindaci e scuole si chiedeva di diffondere la conoscenza della “spirale di violenza che esplose all’indomani della firma dell’armistizio e che, per i successivi quattro anni, si scatenò su molti italiani inermi e incolpevoli, residenti nei territori ad est di Trieste, con durissime e atroci rappresaglie dai contorni di una vera e propria pulizia etnica”. Una formulazione a dire il vero piuttosto vaga che non cita nemmeno i carnefici di queste stragi, ovvero i partigiani comunisti jugoslavi agli ordini di Tito. Nonostante questo, l’Anpi si avvale dell’ormai solita retorica giustificazionista e negazionista per attaccare l’iniziativa, tanto da descriverla come “faziosa e pericolosa”.

La solita retorica giustificazionista e negazionista

Per l’Anpi, “Non è vero che le Foibe riguardarono solo gli italiani, che pure furono i più colpiti, e non è vero che si trattò di pulizia etnica”. Come se il fatto che gli orrori perpetrati dai partigiani comunisti non si siano limitati ai soli italiani renda meno grave la faccenda, quando è invece vero il contrario. Infatti, se pure fosse pratica comune dei comunisti – basti pensare all’eccidio di Katyn in territorio polacco – uccidere le élite e gli oppositori locali per fare tabula rasa così da facilitare i propri propositi “rivoluzionari”, è innegabile il sentimento anti-italiano degli infoibatori. Inoltre, l’Anpi accusa la circolare di ignorare “colpevolmente e consapevolmente ‘la più complessa vicenda del confine orientale’”. Un’accusa che non regge da nessuna parte la si guardi, sia perché le “complessità” evocate dalla nota dell’associazione sono decontestualizzate e spesso frutto di una mistificazione storica, sia perché la tragedia delle Foibe non è in alcun modo giustificabile o minimamente proporzionale rispetto a quanto fatto in precedenza dagli italiani, sia perché la stessa circolare parla di “spirale di violenza”. L’arrampicata sugli specchi non finisce qui. In maniera del tutto arbitraria l’Anpi pretenderebbe che la circolare metta in contrapposizione la tragedia delle Foibe con l’Olocausto: “È sconcertante che si invitino le scuole alla conoscenza e all’approfondimento di questi temi che riguardano il Giorno del Ricordo, cioè il 10 febbraio, e non ci sia analogo invito per la Giornata della Memoria”. Insomma, la partigianeria dell’Anpi genera mostri.

Michele Iozzino

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