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Scuola, “ritardi e incertezze mettono a rischio riapertura”. Sindacati in piazza il 26 contro la Azzolina

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 3 set – I sindacati scendono in piazza contro il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e la sua fallimentare gestione della riapertura delle scuole. Appuntamento quindi il 26 settembre, a Roma, alla manifestazione indetta dal Comitato “Priorità alla scuola”, alla quale appunto prenderanno parte anche i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams. “Insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, con gli studenti, le famiglie, i cittadini, per affermare e difendere la nostra idea di scuola, organo costituzionale e pilastro della democrazia, sulla cui valorizzazione si giocano la credibilità e il futuro dell’intero Paese”, affermano in una nota congiunta Francesco Sinopoli (Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Pino Turi (Uil), Elvira Serafini (Snals) e Rino di Meglio (Gilda).

“Ritardi e incertezze rischiano di compromettere la riapertura”

La protesta vuole “riaffermare il ruolo centrale della scuola e della conoscenza come condizione di crescita del Paese e per denunciare ritardi e incertezze che accompagnano l’avvio dell’anno scolastico”. Le organizzazioni sindacali spiegano che ritardi e incertezze “rischiano di comprometterne la riapertura in presenza e in sicurezza, obiettivo principale dell’azione sindacale condotta nella prolungata fase di emergenza”. Secondo i sindacati, se il governo giallofucsia li avesse ascoltati per tempo e si fosse mosso di conseguenza  ora non saremmo a questo punto, con una riapertura delle scuole segnata da incertezze, caos e colpevoli ritardi sul fronte delle misure anti-coronavirus. Le sigle sindacali ricordano che “già dalla scorsa primavera, hanno individuato priorità e necessità per la ripartenza, indicato soluzioni e sollecitato investimenti in termini di organici, di spazi, di servizi connessi al diritto allo studio quali, per esempio, i trasporti e le mense, ritenendo prioritario l’investimento sulle risorse professionali di cui la scuola ha soprattutto bisogno. Mobilitazione e proposta, dallo sciopero dell’8 giugno alla partecipazione alla stesura dei protocolli di sicurezza, hanno caratterizzato l’azione sindacale unitaria di questi mesi; a ciò non è corrisposto analogo impegno e assunzione di responsabilità da parte del governo e del ministero dell’Istruzione“.

“Paese non può permettersi di ripartire con un’offerta formativa al ribasso”

Dopo mesi di lockdown, la scuola deve riaprire al meglio delle possibilità. “Il Paese – avvertono i sindacati – non può permettersi di ripartire con un’offerta formativa al ribasso, a causa dei ritardi e dell’insufficienza delle risorse. Serve un’inversione di rotta nelle politiche pubbliche, da orientare con decisione a sostegno dello sviluppo attraverso scelte mirate di forte investimento nei settori strategici, a partire dall’istruzione e formazione, fattori indispensabili per il rafforzamento del tessuto democratico e la ripresa del Paese”.

“E’ il momento di fare scelte coraggiose”

Ecco perché, spiegano i sindacati, già in rotta con il governo per il caos scatenato dalle graduatorie online, “servono provvedimenti urgenti per garantire da subito a tutte e a tutti il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute e, accanto a questo, investimenti per riqualificare il sistema pubblico di istruzione, per innalzare i livelli di conoscenza, rafforzando ed estendendo il diritto all’istruzione e alla formazione; è il momento di fare scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà, destinando parte consistente dei fondi ‘Next Generation Ue’, cosiddetto Recovery fund, ai luoghi dove le ‘prossime generazioni’ dovranno crescere e formarsi”.

Adolfo Spezzaferro

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