Home » L’Italia non esce dalla crisi: il 2023 sarà un anno di “crescita piatta”

L’Italia non esce dalla crisi: il 2023 sarà un anno di “crescita piatta”

by La Redazione
1 commento
italia crescita economica piatta

Roma, 25 mar – Italia in “crescita piatta”, come la definisce Confindustria.

Italia e crescita piatta

Si è esaurita, a quanto pare, la “crescita ingannatrice” del 2021 e del 2022, stagioni successive alla fase del Covid e, come in molti avevano previsto, naturalmente votate a segnare indici di risalita del Pil superiori alle medie alle quali eravamo abituati precedentemente alla pandemia. Così l’andamento del Pil italiano nei primi mesi del 2023 è solo dello 0,4%, paragonato alla media decisamente di altro livello dell’anno rpecedente (+3,7%). Secondo le previsioni, l’anno non si discosterà molto da queste percentuali, mentre per il 2024 dovrebbe esserci una risalita maggiore. A parlarne è il Rapporto di previsione di primavera del Centro studi di Confindustria, intitolato “L’economia italiana tra rialzo dei tassi e inflazione alta”. Perché, tra le altre cose, proprio la continua corsa al rialzo dei tassi che la Bce sta inseguendo da mesi allo scopo ufficiale di abbattere l’inflazione, preoccupa Carlo Bonomi e associati.

Rischio instabilità finanziaria

Secondo il Centro studi i rischi per l’economia sono numerosi. Tra questi, la possibilità di un aumento dell’instabilità finanziaria che può trascinare pure la solidità delle banche a livello internazionale. D’altronde, che le vicende di Silicon Valley Bank e di Credit Suisse potessero scatenare il panico sui mercati non è certamente una sorpresa. Questo senza contare ciò che avviene sul gerale “mattone” con i mutui che potrebbero risentire a loro volta dell’aumento sfrenato dei tassi. Nel frattempo, l’inflazione è sempre altissima, sebbene sia in calo. Secondo Confindustria potrebbe scendere al 6,3% di media nel corso del 2023.

Alberto Celletti

You may also like

1 commento

Germano 26 Marzo 2023 - 3:47

Non credo in questa crisi.
Un Paese veramente in crisi non si permetterebbe parlamentari a 15.000 euro netti al mese e senatori a vita a 300.000 euro all’anno come quella parassita della Segre.
Né un presidente che ha lo stile di vita di un monarca, anche se nessuno parla di questo.
Né quanto costa far mantenere i loro figli come parte del protocolo presidenziale con i soldi dei contribuenti, con la guardia del corpo per ogni uno di loro figli, nipoti e cani e così via.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati