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Albo professionale e partita iva per le prostitute: la proposta del Veneto

by Cristina Gauri
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Roma, 14 feb – Regolamentare la prostituzione con l’iscrizione a un “albo” professionale. E’ questo il progetto di legge di iniziativa statale arrivato in Consiglio regionale del Veneto, che prevede quindi l’istituzione di appositi registri comunali con i dati anagrafici di chi pratica il cosiddetto “mestiere più antico del mondo”. Il pdl, a firma di Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) arriverà oggi all’attenzione della commissione sanità del Consiglio. Lo riferisce Il Gazzettino. Un programma che arriva alcuni giorni dopo quello presentato dalla Lega, di respiro nazionale, di legalizzare la prostituzione e riaprire le “case chiuse”, con un disegno di legge presentato a Palazzo Madama lo scorso 7 febbraio dal senatore Gianfranco Rufa.

Sanità, previdenza, fisco

Il progetto contempla anche la possibilità di esercitare la professione in “forme associate” ma tassativamente senza turbare “la quiete, la sicurezza, e l’ordine pubblico”. Divieto assoluto di praticare sesso a pagamento per strada o comunque in luoghi pubblici e obbligo di pagamento degli oneri per sanità, previdenza e fisco. Le prostitute dovranno anche essere munite di un certificato di idoneità sanitaria e garantire la massima riservatezza ai clienti.

Misure sanitare

La proposta di legge abroga di fatto i primi due articoli della legge Merlin e prevede la possibilità di esercitare la prostituzione in case private. Sono previste multe da mille a diecimila euro per chi esercita la prostituzione in luogo pubblico. Rincarate le pene per chi favorisce o sfrutta la prostituzione minorile. Infine, sono molte le misure “di carattere preventivo e sanitario” contenute nel disegno: “Chiunque esercita la prostituzione – si legge – è tenuto a sottoporsi ad accertamenti sanitari ogni sei mesi e a esibire, a richiesta dell’autorità sanitaria o di polizia, l’ultima certificazione sanitaria ottenuta”.

Cristina Gauri

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investigator113 14 Febbraio 2019 - 6:41

La prostituzione oggi è quasi totalmente straniera,Innanzitutto andrebbero rimandati tutti al proprio Paese per arginare la fuga di capitale che esce dal ns. Paese e sono tantissimi soldi. Poi si, aprire le case chiuse per la prostituzione italiana facendo attenzione soprattutto alla salute sia per la prostituta che per il cliente.

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