Lโalluvione, una ricorrenza sinistra per una terra, praticamente lโintera Italia, aspra, fantastica e difficile, che si รจ illusa โ credendosi di pianura โ che eventi come questo appartenessero a un passato di buio e fatica.
Lโalluvione, una ricorrenza sempre piรน frequente nei suoi tratti di ormai presunta eccezionalitร , che dalla tragedia della Sardegna di meno di un anno fa, cui rimandiamo per ulteriori dati storici, ci consegna una grande cittร nuovamente ferita ed eroicamente giร allโopera per rialzarsi.
Lontani da qualsiasi speculazione sulla tragedia, non possiamo tuttavia evitare di notare come alcune autoritร abbiano da subito alzato il dito contro una mancata allerta; non conosciamo i dettagli delle procedure interne tra Regione Liguria, Protezione Civile, Prefetture, e cosรฌ via, ma sappiamo almeno leggere le carte meteorologiche. Abbiamo salvato alcune previsioni oggettive delle piogge previste dai modelli meteorologici del LaMMA, il servizio meteo regionale della Toscana, disponibili liberamente per tutti. Ebbene, le previsioni prodotte nel pomeriggio di mercoledรฌ 8 ottobre indicavano per le 48 ore successive circa 200ย mm di pioggia a Genova e a monte della cittร . Con questi valori, sebbene sottostimati rispetto a quanto avvenuto in alcuni punti ma piuttosto accurati rispetto alla media e praticamente perfetti in quanto alla localizzazione, non si puรฒ certo dire che lโevento non fosse stato previsto.
In altre parole, disponiamo in Italia di servizi meteorologici efficienti e allo stato dellโarte, in grado di prevedere accuratamente i fenomeni atmosferici potenzialmente pericolosi.
Dโaltra parte, cosa si sarebbe potuto risolvere con una procedura dโallerta completamente dispiegata? Evacuare la cittร ? Salvare quellโunica vita che tragicamente รจ stata persa, e che eppure pare un miracolo data la consistenza dellโevento? Non lo sapremo mai, quello che รจ certo รจ che saranno molte centinaia di milioni di Euro i danni causati dallโalluvione, se non ancora di piรน.
Quello che รจ altrettanto certo รจ che, come lโanno scorso in Sardegna, queste tragedie sono ormai la norma e presentano un elemento ricorrente che sappiamo perfettamente essere allโorigine non tanto di questi eventi quanto della loro incredibile intensitร : la temperatura del mare.
Nella giornata del 9 Ottobre, nel pieno dellโevento, si osservava una temperatura superficiale del Mar Mediterraneo, intorno al Mar Ligure, superiore a 2.5ยฐC, fino a valori ben superiori a 3ยฐC, che รจ una enormitร ; eppure la scorsa estate non รจ certo stata torrida, anzi. Il problema รจ che la temperatura del mare cresce, mediamente, almeno dal 1980, quando sono iniziate le osservazioni meteorologiche da satellite, tanto che oggi รจ oltre 1,5ยฐC piรน calda rispetto a 35 anni fa, e negli anni intorno al 2005-2007 la quantitร di calore immagazzinata nel Mediterraneo occidentale รจ improvvisamente ed enormemente aumentata, cosรฌ che sono sufficienti poche settimane di caldo anomalo, come quelle di gran parte dei settembre e di questi primi dieci giorni di ottobre, per โrisvegliare il mostroโ e scaldare il mare fino in superficie. Un mare piรน caldo evapora molto di piรน, inoltre riscalda lโaria che aumenta cosรฌ la propria capacitร di sostenere a lungo le piogge piรน intense. Questa รจ la fisica e la termodinamica, cโรจ poco da fare.
Sia che si voglia attribuire questo sconvolgente mutamento dello stato fisico del Mediterraneo ai cambiamenti climatici prodotti dai gas a effetto serra, come ormai tutte le evidenze scientifiche suggeriscono, sia che ci si ostini a considerarlo una fluttuazione naturale, lโinerzia del mare รจ talmente grande che la tendenza osservata non potrร che continuare, o comunque non si invertirร , ancora per parecchi decenni.
Anzichรฉ cedere al fatalismo, cosa dovrebbe fare una Nazione seria a questo punto se non affrontare con coraggio la situazione e mettere mano a una gigantesca serie di opere pubbliche volte a scongiurare le conseguenze di questo tipo di eventi, magari sulla falsariga di quello che รจ stato fatto dal 2000 per il bacino dellโArno?
Il costo di queste opere, per grande che sia, sarร comunque molto inferiore rispetto ai costi giganteschi delle alluvioni, non solo diretti ma anche derivanti dal blocco prolungato o perfino dalla cessazione di molte attivitร economiche, industriali e commerciali. Chissร cosa ne pensano i nostri economisti rigoristi e liberisti impegnati sui punti decimali del debito pubblico…
Francesco Meneguzzo