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Alluvione di Genova: รจ ora che si metta mano al territorio, invece di investire su Mare Nostrum

by Francesco Meneguzzo
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Figura_1Roma, 12 ott โ€“ Genova, la cittร  che dopo la prima visita ti resta sempre dentro, che non finisci mai di scoprire e annusare, col centro storico piรน grande dโ€™Europa, รจ stata colpita ancora una volta, duramente e al cuore, da una valanga di acqua arrivata a rovesciare perfino 700 litri per metro quadro in poco piรน di due giorni: come a dire, piรน o meno 5mila tonnellate su un campo di calcio, accelerate dalle formidabili pendenze di una terra bellissima stretta tra mare e montagne.

Lโ€™alluvione, una ricorrenza sinistra per una terra, praticamente lโ€™intera Italia, aspra, fantastica e difficile, che si รจ illusa โ€“ credendosi di pianura โ€“ che eventi come questo appartenessero a un passato di buio e fatica.

Lโ€™alluvione, una ricorrenza sempre piรน frequente nei suoi tratti di ormai presunta eccezionalitร , che dalla tragedia della Sardegna di meno di un anno fa, cui rimandiamo per ulteriori dati storici, ci consegna una grande cittร  nuovamente ferita ed eroicamente giร  allโ€™opera per rialzarsi.

Lontani da qualsiasi speculazione sulla tragedia, non possiamo tuttavia evitare di notare come alcune autoritร  abbiano da subito alzato il dito contro una mancata allerta; non conosciamo i dettagli delle procedure interne tra Regione Liguria, Protezione Civile, Prefetture, e cosรฌ via, ma sappiamo almeno leggere le carte meteorologiche. Abbiamo salvato alcune previsioni oggettive delle piogge previste dai modelli meteorologici del LaMMA, il servizio meteo regionale della Toscana, disponibili liberamente per tutti. Ebbene, le previsioni prodotte nel pomeriggio di mercoledรฌ 8 ottobre indicavano per le 48 ore successive circa 200ย mm di pioggia a Genova e a monte della cittร . Con questi valori, sebbene sottostimati rispetto a quanto avvenuto in alcuni punti ma piuttosto accurati rispetto alla media e praticamente perfetti in quanto alla localizzazione, non si puรฒ certo dire che lโ€™evento non fosse stato previsto.

Figura_2

In altre parole, disponiamo in Italia di servizi meteorologici efficienti e allo stato dellโ€™arte, in grado di prevedere accuratamente i fenomeni atmosferici potenzialmente pericolosi.

Dโ€™altra parte, cosa si sarebbe potuto risolvere con una procedura dโ€™allerta completamente dispiegata? Evacuare la cittร ? Salvare quellโ€™unica vita che tragicamente รจ stata persa, e che eppure pare un miracolo data la consistenza dellโ€™evento? Non lo sapremo mai, quello che รจ certo รจ che saranno molte centinaia di milioni di Euro i danni causati dallโ€™alluvione, se non ancora di piรน.

Quello che รจ altrettanto certo รจ che, come lโ€™anno scorso in Sardegna, queste tragedie sono ormai la norma e presentano un elemento ricorrente che sappiamo perfettamente essere allโ€™origine non tanto di questi eventi quanto della loro incredibile intensitร : la temperatura del mare.

Nella giornata del 9 Ottobre, nel pieno dellโ€™evento, si osservava una temperatura superficiale del Mar Mediterraneo, intorno al Mar Ligure, superiore a 2.5ยฐC, fino a valori ben superiori a 3ยฐC, che รจ una enormitร ; eppure la scorsa estate non รจ certo stata torrida, anzi. Il problema รจ che la temperatura del mare cresce, mediamente, almeno dal 1980, quando sono iniziate le osservazioni meteorologiche da satellite, tanto che oggi รจ oltre 1,5ยฐC piรน calda rispetto a 35 anni fa, e negli anni intorno al 2005-2007 la quantitร  di calore immagazzinata nel Mediterraneo occidentale รจ improvvisamente ed enormemente aumentata, cosรฌ che sono sufficienti poche settimane di caldo anomalo, come quelle di gran parte dei settembre e di questi primi dieci giorni di ottobre, per โ€œrisvegliare il mostroโ€ e scaldare il mare fino in superficie. Un mare piรน caldo evapora molto di piรน, inoltre riscalda lโ€™aria che aumenta cosรฌ la propria capacitร  di sostenere a lungo le piogge piรน intense. Questa รจ la fisica e la termodinamica, cโ€™รจ poco da fare.

Figura_3

Sia che si voglia attribuire questo sconvolgente mutamento dello stato fisico del Mediterraneo ai cambiamenti climatici prodotti dai gas a effetto serra, come ormai tutte le evidenze scientifiche suggeriscono, sia che ci si ostini a considerarlo una fluttuazione naturale, lโ€™inerzia del mare รจ talmente grande che la tendenza osservata non potrร  che continuare, o comunque non si invertirร , ancora per parecchi decenni.

Anzichรฉ cedere al fatalismo, cosa dovrebbe fare una Nazione seria a questo punto se non affrontare con coraggio la situazione e mettere mano a una gigantesca serie di opere pubbliche volte a scongiurare le conseguenze di questo tipo di eventi, magari sulla falsariga di quello che รจ stato fatto dal 2000 per il bacino dellโ€™Arno?

Il costo di queste opere, per grande che sia, sarร  comunque molto inferiore rispetto ai costi giganteschi delle alluvioni, non solo diretti ma anche derivanti dal blocco prolungato o perfino dalla cessazione di molte attivitร  economiche, industriali e commerciali. Chissร  cosa ne pensano i nostri economisti rigoristi e liberisti impegnati sui punti decimali del debito pubblico…

Francesco Meneguzzo

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