Home » Amazon, parla un ex dipendente distaccato in Croazia: “Vessati e sottopagati”

Amazon, parla un ex dipendente distaccato in Croazia: “Vessati e sottopagati”

by La Redazione
1 commento
amazon sciopero

Trieste, 28 dic – Delle condizioni di lavoro dei dipendenti Amazon ci siamo occupati più volte sulle pagine de Il Primato Nazionale: dalla proposta del braccialetto elettronico per i dipendenti, ai salari bassi, fino all’accertamento dell’ispettorato del lavoro sull’uso improprio degli interinali. Ricorderete infatti che all’azienda era stato contestato di aver utilizzato, nel periodo da luglio a dicembre 2017, i lavoratori somministrati oltre i limiti quantitativi individuati dal contratto collettivo o che tra le varie funzioni del braccialetto elettronico era prevista anche la possibilità di tracciare i movimenti degli addetti creando una forma di controllo a distanza che, messa nelle mani di Amazon, avrebbe potuto trasformarsi nell’ennesimo strumento di pressione su dipendenti già spremuti all’osso. Ricorderete anche la denuncia dei sindacati relativa alle condizioni di lavoro dei corrieri di Amazon la cui giornata lavorativa arriva spesso a 12/16 ore al giorno su cinque turni settimanali. Ed è notizia di questi giorni che i dipendenti tedeschi del centro distribuzione di Amazon sono pronti a incrociare le braccia proprio sotto Natale perché l’azienda fondata da Jeff Bezos “antepone costantemente i profitti al benessere dei suoi lavoratori, con turni disumani e obiettivi di inaccettabile esigenza, con il risultato di ottenere ripetute lesioni fisiche e mentali”. Una posizione, questa, che non riguarda solo i dipendenti dei centri di distribuzione, ma anche dei call center.
In esclusiva per Il Primato Nazionale abbiamo intervistato Edy, ex dipendente Amazon in forza con un contratto di somministrazione fornito da Adecco Croazia. Nato ad Alessandria, ma trasferitosi in Croazia, si occupa, assieme ad altri italiani, delle telefonate Inbound provenienti dall’Italia.
Partiamo dalla fine. Perché sei stato licenziato?
Secondo loro perché insultavo i clienti ma è evidente che si è trattato solo di un pretesto per mandarmi via.
Quindi sei stato licenziato ingiustamente?
Assolutamente si. Ho chiesto più volte di farmi sentire in che modo insultassi i clienti, visto che telefonate sono tutte registrate, ma ad oggi non ci sono ancora riuscito.
E quindi perché secondo te sei stati licenziato?
Lavorare per Amazon è molto complicato. Come dipendenti Adecco Croazia subivamo ingiustizie quotidiane. Ho cercato di lamentarmi, sempre internamente all’azienda, facendo presente quali erano i problemi da risolvere. Ma, a quanto pare, le lamentele non sono ben viste in Amazon.
Di che problemi stiamo parlando?
Io in Amazon ricevevo circa 900 telefonate al mese come operatore Inbound. Di queste, circa il 60% erano telefonate di clienti che si lamentavano di non aver ricevuto il pacco al giorno stabilito. E siccome spesso si trattava di consegne garantite, quelle per cui il cliente paga il Prime, se il corriere neanche passa a fare il tentativo di consegna, è normale che poi il cliente chiami arrabbiato.
E quindi?
Quindi, dopo aver spiegato al cliente che il problema riguardava il corriere (spesso proprio Amazon Logistics) e non il call center Amazon, dovevamo comunque inviargli un modulo di feedback in cui veniva richiesto di indicare se l’operatore del call center avesse risolto il problema. Avevamo delle linee guida, dove invitavamo il cliente ad aspettare il secondo tentativo che molto probabilmente sarebbe avvenuto il giorno successivo. Capisci bene, però, che se tu ti aspetti il pacco oggi, e l’operatore ti dice di aspettare la riconsegna che forse avverrà domani, il problema non è risolto. Quindi se dopo la telefonata ti chiedo “l’operatore ha risolto il problema?”. E’ ovvio che la risposta sarà negativa.
In pratica ricevevi un sacco di feedback negativi. E questo in che modo incideva sul tuo lavoro?
Noi venivamo pagati 3300 kune (circa 430 euro) al mese di paga base a cui bisognava aggiungere una quota variabile dai 100 ai 400 euro che veniva erogata sulla base dei feedback. Più risposte negative ricevevi, meno venivi pagato. Capisci bene, quindi, che inviare un modulo come quello… Beh, era un bel modo per pagarvi meno possibile. Eh, appunto. Ho più volte cercato di far presente questa cosa, ma ho ottenuto solo una lettera di licenziamento.
Ed è così dappertutto?
Che io sappia per fortuna no. I dipendenti Amazon assunti con contratto a tempo indeterminato mandano un modulo con cui viene chiesto se il cliente è soddisfatto del servizio ricevuto. Il problema riguarda principalmente quelli assunti con contratti esterni che sono precari, mal pagati e continuamente vessati.
Come continuamente vessati? Perché c’è dell’altro?
Certo che si. Tieni presente che noi lavoravamo da casa, con dei computer aziendali ed una rete internet rimborsata solo in parte dall’azienda. Capitava ogni tanto però che ci fossero dei problemi sui server e che, quindi, non riuscissimo a lavorare.
E quindi Amazon non ti pagava?
Esatto. L’azienda si segnava il tempo in cui tu risultavi non operativo a causa del server le ore passate ad attendere che venisse ripristinata l’operatività del server non ti venivano pagate. E contando che già era difficile prendere il bonus.
C’era la doppia fregatura insomma…
Ma quale doppia. La fregatura era tripla.
Perché? C’è dell’altro?
Si perché in ogni caso non venivamo mai pagati il giusto. Nelle buste paga c’erano spesso degli evidenti errori di calcolo riguardanti alcune percentuali. E, guarda caso, erano sempre al ribasso.
Francesco Clun

You may also like

1 commento

Natale Rivoluzionario 1 Gennaio 2019 - 5:24

Questi pavidi lavoratori sono dei CAGASOTTO che meritano di essere SCHIAVIZZATI.
Alcuni annetti fa una ditta di consegna di surgelati mi assunse, ma per i primi due mesi fui solo in “prova” con nessuno stipendio, poi dopo il primo mese di stipendio non raggiunsi nessun “bonus” (nessuno ci riuscì) perchè erano impossibili (vendere più ad Agosto che a Luglio con due terzi dei clienti in vacanza) inoltre il quarto mese di lavoro il boss mafioso, decise che ognuno di noi meritava una multa, adducendo le motivazioni più bizzarre… gli uscì lo stipendio per pagare un’altro… ma… il giorno dopo mentre ero alla guida del camion decisi che era ora di FARGLIELA PAGARE e portato il mezzo a 100Km/h scalai in seconda marcia… ah ah ah gli POLVERIZZAI IL MOTORE IL CAMBIO LA FRIZIONE LA TRASMISSIONE… di quel cesso non rimase più niente, il pezzo più grosso era come il guscio di una nocciola…
INVECE QUESTI AMAZZONI FROCETTI pur potendo infettare con virus, sabotare i sistemi automatici… fare DANNI PER MILIONI… NON FANNO NULLA
SI LASCIANO RIDURRE IN SCHIAVITU’
ma peggio degli italiani SCHIAVI dell’EBREO BEZOS, sono gl’italiani che COMPRANO DA QUEL DELINQUENTE SCHIAVISTA DI BEZOS
BOICOTTATE AMAZON
e se ci lavorate… FATELA A PEZZI, SABOTATE AMAZON
Tanto presto robotizzerando tutto e vi licenzieranno in massa.

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati