Roma, 3 mar — La sua elezione (e successiva rielezione) era stata salutata come il trionfo dei diritti e dell’inclusione, trattandosi del primo sindaco apertamente gay e attivista per i diritti Lgbt di College Park, cittadina del Maryland: oggi Patrick Wojahn rischia fino a 360 anni di carcere e dovrà rispondere di 40 capi di imputazione per possesso di materiale pedopornografico e 16 capi di imputazione per distribuzione dello stesso. Wojahn, 47 anni, è finito in manette ieri mattina.

Sindaco attivista Lgbt dovrà affrontare 56 capi d’accusa per pedopornografia

Secondo quanto riferisce Fox News le indagini sono scattate il 17 febbraio, data in cui il National center for missing and exploited children (l’organo che si occupa di tutelare i bambini da ogni forma di sfruttamento) aveva notificato alla polizia della contea di Prince George il sospetto che un account di social media stesse diffondendo pornografia infantile dal mese gennaio. La polizia dichiara di aver indagato sulla questione e di aver scoperto che l’account social con il nome utente «skippy_md» apparteneva a Wojahn. Gli investigatori ritengono che Wojahn stesse utilizzando una rete privata virtuale (VPN) per mascherare la sua posizione durante l’accesso all’account.

L’arresto

A «fregare» l’improvvido sindaco e rivelare le turpi attività che era solito svolgere nel segreto della propria abitazione, è stata la decisione di elencare l’email dell’amministrazione cittadina tra quelle di recupero del profilo skippy_md. Una mossa da pivello, che ha fortunatamente consentito alle forze dell’ordine di emettere un mandato di perquisizione a casa di Wojahn il 28 febbraio. Gli inquirenti hanno sequestrato diversi telefoni cellulari, un dispositivo di archiviazione esterno, un tablet e un computer. Da quanto si legge nelle carte del tribunale, gli investigatori hanno scoperto la presenza di materiale di pornografia infantile che vedono coinvolti bambini in età prepuberale sui dispositivi.

Le dimissioni

Wojahn, che è stato eletto sindaco di College Park nel novembre 2015 dopo aver prestato servizio come membro del consiglio comunale per otto anni, ha presentato la sua lettera di dimissioni mercoledì sera: «Il 28 febbraio 2023, è stato eseguito un mandato di perquisizione presso la mia residenza nell’ambito di un’indagine di polizia in corso. Ho collaborato pienamente e continuerò a collaborare con le forze dell’ordine», ha scritto l’ex sindaco. «Sebbene questa indagine non coinvolga alcun tipo di attività ufficiale della città, è nell’interesse della nostra comunità che io mi faccia da parte e non serva da distrazione».

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Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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