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Banca Etica ha finanziato la Ong di Casarini. E i correntisti si ribellano

by Nicola Mattei
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Roma, 24 mag – Il comandante e l’«armatore» indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, l’imbarcazione sottoposta a sequestro. Se qualcuno avesse voluto investire in “Mare Jonio“, l’ultima trovata della sinistra in fregola di traffico di essere umani dal Nordafrica all’Italia, sarebbe stata una scelta non molto razionale. Non, evidentemente, per Banca Etica, la “banca dei buoni”.

Quasi mezzo milione di euro

Fondata a Padova nel 1998, Banca Etica si propone di investire promuovendo progetti sociali sulla base di criteri quali “trasparenza, partecipazione, equità, efficienza, sobrietà, attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche”, si legge nello statuto.

Una sequela di dichiarazioni di principio che non sembrano aver però trovato cittadinanza nella realtà. Prova ne sia l’operazione con cui l’istituto ha aiutato la costituzione della Ong di Luca Casarini. Non indifferenti le cifre in gioco, specialmente per una banca dalle piccole dimensioni: 465mila euro. I quali sono stati erogati secondo la formula dello scoperto di conto corrente, per cui erano a disposizione nell’ipotesi in cui la successiva raccolta fondi (che la stessa Banca Etica ha supportato e coordinato) non avesse raggiunto la cifra necessaria.

Protagonisti della vicenda, oltre alla Ong di Casarini, anche l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola e i parlamentari Nicola Fratoianni ed Erasmo Palazzotto (Sinistra italiana) e Rossella Muroni (Liberi e uguali). Questi avrebbero svolto la funzione di garanti per l’erogazione dei fondi. Quando si dice il capitalismo di relazione.

La rabbia dei correntisti

Mediterranea Saving Humans, il soggetto promotore della raccolta, ha poi superato il plafond a cui puntava. Banca Etica, di fatto, è rientrata in breve tempo dall’esposizione. Ma si è allo stesso tempo inimicata una parte della propria clientela.

Parliamo di oltre 70mila soci, molti dei quali non sembrano aver presto bene la scelta della popolare. A partire dalla formula utilizzata, quello scoperto di conto corrente (e per una cifra ragguardevole) che con i tempi che corrono è spesso un lusso.

In secondo luogo, a pesare è anche la natura del progetto. Se qualcuno, sulla pagina facebook dell’istituto, si dichiara orgoglioso, sono in tanti ad esprimere le proprie critiche. C’è chi chiede alla banca di rendere pubblici tutti i finanziamenti erogati alle Ong per valutare se chiudere il proprio conto, chi denuncia di non aver potuto ricevere un piccolo prestito nonostante ampie garanzie (a differenza di Casarini), chi, pur dichiarandosi ancora fiducioso in Banca Etica, sottolinea che il traffico di esseri umano non va sostenuto e chi, in ultimo, stava pensando di aprire un conto ma dopo questa “avventura” ha cambiato idea.

Nicola Mattei

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Laila bucci 24 Marzo 2019 - 2:13

Facciamola finita greta è una ragazza autistica che ha proibito anche alla mamma di usare aerei per il proprio lavoro ci vuole una visione del reale

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