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Beppe Grillo ride del teatrino politico e ‘incontra’ Dio: “Non torno in campo”

by Eugenio Palazzini
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Roma, 27 ago – Le sue cinque stelle cadenti sono passate dai Vaffa alla casta, agli inciuci con i massimi rappresentanti della casta. Dall’aprire il parlamento come una scatoletta di tonno si sono insomma tramutati in gangli del già odiato sistema. E mentre è partito il conto alla rovescia, questione di ore se non di minuti, per la formazione del nuovo governo formato da pentastellati di movimento e democratici di partito, Beppe Grillo se ne esce con un surreale dialogo con Dio.

Il fondatore del M5S ha infatti inscenato sul suo blog un siparietto improbabile (Gaber starà lanciando sguardi infuocati dalla tomba): “Sbaglio oppure una delle paure più diffuse oggi in Italia è che lei torni in campo, signor Giuseppe? Lei è il lessico, il vocabolario, della politica e del paese a partire dal V-Day. Lei è effetto e causa perfettamente pesati dell’oggigiorno”. Così Grillo apre il suo “incontro”, facendo dire a Dio che insomma, lui è il massimo esponente dell’attuale grammatica politica e dunque ci sarebbe un gran bisogno di un suo ritorno in campo. D’altronde in questo girotondo senza tregua di pernacchie agli elettori manca giusto un’altra pagliacciata.

Il comico resta in teatro

Modestia nel cestino a parte, Grillo si fa però suggerire da “Dio” di evitare questo colpo di teatro tragicomico: “Faccia rientrare i vaffanculi signor Giuseppe, lasci che il mondo torni alle sue piccole diplomatiche faccende, smetta subito di interferire con le primordiali leggi della dicitura e lasci ad ognuno la sua mediocrità. Io ho scelto lei, signor Beppe, per diffondere questo panorama, questo feeling”. E come mai “Dio” avrebbe scelto un Grillo lanciatore di vaffa? “Ma perché lei è un artista signor Beppe, si occupa di entertainment, come la musica negli ascensori decide ogni giorno un motivetto. Ed io la restituirò a quel sistema di cui sbraita come un essere demoniaco appartenente alla mitologia con una sola pretesa, quella di diffondere questo Vangelo. Li lasci lì senza un linguaggio: che la Babele si scateni!”.

Ecco, il fondatore e in fondo attuale capo dietro le quinte (ma neppure troppo) di un partito di governo, vede bene di farsi beffe dello scenario politico attuale che lui stesso ha contribuito a creare. Ecco, alla fine almeno Grillo in qualche modo ha ammesso che siamo di fronte a un ignobile teatrino. Peccato che gli attori protagonisti siano proprio i suoi “meravigliosi ragazzi”.

Eugenio Palazzini

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1 commento

SergioM 27 Agosto 2019 - 8:36

Se vedi una luce …
vai verso la luce ?

mai sai che sono le fiamme dell’inferno ,
assassino ! ?

O ti sei “sinceramente” pentito , poi continuando a peccare contro gli Italiani , per altro …

Attento , se ti sei confessato ad uno come don gallo ….
non vale niente !

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