Roma, 17 giu – Lasciamo pure che la destra sarda si inebri della vittoria fino a perdere i sensi. Ma domani, al risveglio, con il mal di testa e lo stomaco in subbuglio, meglio prendere un paio di aspirine e sedersi a un tavolo per fare il punto della situazione. D’accordo, il capoluogo dell’isola può anche essere tornato dopo otto anni al centrodestra, ma una cosa è certa: la sinistra non è morta. Lo provano gli stessi dati. Appena qualche punto percentuale separa il vincitore Paolo Truzzu dalla candidata Francesca Ghirra – poca roba, a dirla tutta.
Senza contare comunque che, anche in questa occasione, ha votato poco più del cinquanta percento degli aventi diritto e che nessuno ha ancora capito da che parte stia la massa che a ogni elezione, da un bel po’ di tempo a questa parte, evita accuratamente di far sentire la propria voce. Eppure, al netto del fatto che è la disaffezione politica a crescere ogni giorno di più, è un dato che la sinistra tenga la posizione. A volerla dire tutta, se a Cagliari non fosse entrata in funzione la differenziata porta a porta che ha sostituito la semplice differenziata, portando la città a una situazione che ricorda la Napoli dei periodi peggiori, probabilmente i perdenti oggi sarebbero vincenti. Prova ne sia che, durante le recenti regionali, almeno nel capoluogo, Zedda, il precedente Sindaco, aveva vinto.
Una sinistra ancora viva
Insomma, se la nuova raccolta dell’immondezza fosse entrata in funzione con un mese di ritardo, è verosimile che oggi Truzzu non sarebbe sindaco. Ciò malgrado la città da tempo subisse le politiche scellerate di un centrosinistra il cui unico obiettivo sembrava essere quello di prendersi cura di extracomunitari e pride vari. È su questo che la destra dovrebbe interrogarsi, invece che stappare bottiglie di champagne e postare su Facebook un bel grazie contornato di cuoricini. Dovrebbero domandarsi perché. Il tutto senza trascurare che comunque la Ghirra dalla sua ha un largo seguito tra i giovani.
Nessuno vuole capire che la sinistra, anche adesso che sta perdendo, non ha smarrito la capacità di pensare con lungimiranza. I risultati di Cagliari, come prima le regionali e le europee, ci invitano a non sottovalutare l’avversario, a non darlo per agonizzante anzitempo. Vincere le elezioni può accadere per semplice incapacità altrui, mista a fortuna, o addirittura per una quisquilia – l’immondizia. Ma restare in piedi, malgrado tutto, significa godere di buona salute, conservare la tempra, essere lontani dal rinunciare allo scettro del potere.
Matteo Fais