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Oltre il capro espiatorio Jugend Rettet: ecco come le carte inchiodano le altre ong

by Adriano Scianca
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Roma, 7 ago – L’inchiesta della procura di Trapani ha sollevato il velo sulle ong, o almeno su una di loro. Jugend Rettet, l’organizzazione dei ragazzini terribili, spavaldi e ideologizzati, è stata presto messa all’angolo come facile capro espiatorio. È il piano B dei buonisti: sacrificare i più fanatici e inesperti per salvare l’intero sistema. Di sicuro si sono messe al riparo dalle critiche le quattro ong che hanno firmato il codice di condotta di Minniti: Save the children, Moas, Proactiva Open Arms e Sea-Eye. Ma siamo sicuri che queste organizzazioni siano esenti da critiche?

Prendiamo Save the children, quella che ha avuto il coraggio di denunciare i colleghi disonesti. Peccato che siano stati proprio loro a precisare che è stato il personale di sicurezza, non i loro volontari, a sporgere denuncia. La stessa ordinanza è chiara, su questo punto: “In particolare, Montanino Lucio e Gallo Pietro, operatori a bordo della motonave Vos Hestia (appartenente alla ong Save the children) assunti temporaneamente quali dipendenti dell’agenzia Imi Security Service e le cui dichiarazioni hanno dato origine al presente procedimento penale, hanno segnalato talune anomalie del servizio di search and rescue svolto ad opera della Iuventa”. Vos Hestia sembra presente più volte nelle occasioni in cui Iuventa si incontra con gli scafisti, tant’è che tali rendez-vous sono stati documentati con le foto scattate dall’agente sotto copertura imbarcato sulla barca di Save the children. E anche se solo la nave dell’ong tedesca avrebbe preso in consegna gli immigrati dai trafficanti, sappiamo che poi il “carico” passava a Vos Hestia. Il che, forse, non sarà reato, ma dal punto di vista etico segnala quanto meno una complicità morale. In un altro punto dell’ordinanza, peraltro, si riportano due conversazioni, dalle quali, scrivono i giudici, “è emerso che il 23 maggio scorso, la Iuventa si è coordinata con la Vos Hestia, al fine di organizzarsi ‘parallelamente’ alle indicazioni ricevute da Imrcc nell’ambito di una operazione di soccorso; gli esponenti della ong Jugend Rettet hanno manifestato ancora un atteggiamento particolarmente ostile e non collaborativo nei confronti delle Autorità”.

Molto interessante, a tal proposito, appare la conversazione intercettata tra Cristian Ricci, titolare della già citata Imi Security Service, e Pietro Gallo, dipendente dell’agenzia che svolgeva compiti di sicurezza sulla nave di Save the children. È in questa conversazione che spunta il famoso accenno agli stipendi faraonici dei “volontari”: “Quali erano secondo te le cose strane che hai visto, Cristian?”, “Innanzitutto il fatto che venissero pagati così tanto, il fatto che ci facessero fare queste cazzo di foto come…”, “Perché loro, aspè perché loro erano pagati come stipendio dici?”, “Eh, si, cioè.. cioè uno che fa il volontario che si piglia 10.000 euro mi sembra…”. E le stranezze non sono finite: “Il fatto che quando c’era qualcuno da segnalare alla Polizia ci rompevano il cazzo… e da lì ne è nato tutto l’attrito e poi il fatto di queste foto, di questa cosa di fare propaganda, insomma…”. “Certo! che portavano soldi poi alla fine!”, “Eh io infatti gli ho detto che è arrivata quella con un milione di sterline, insomma.. quindi…”. Alt, ricapitoliamo. Questa ditta lavora su Vos Hestia, la nave di Save the children. In questo momento, non stanno ancora parlando di Iuventa. Chi è, quindi, che guadagna 10.000 euro? Verrebbe da pensare che queste siano le “cose strane” viste a bordo della nave in cui lavoravano. Ovvero guadagni abnormi, omertà con la polizia e una particolare attenzione alla propaganda, col fine specifico di fare altri soldi.

C’è un altro punto interessante in questa conversazione: è quello sulla ong definita di “banditi”. Una frase che è stata riportata in molte ricostruzioni giornalistiche, ma sempre senza specificare l’oggetto della conversazione, lasciando intendere che i due si riferissero alla ong “parafulmine”, Jugend Rettet. E invece no. Leggiamo: “C’è troppo potere economico che ci sta dietro tutto sto bordello, Cristian.. Capito? Troppo.. troppo potere politico, c’è.. parecchie omissioni, cioè.. tipo quegli altri, il Moas, quelli là.. quelli erano banditi del mare non erano soccorritori del mare, eh? Quelli erano veramente banditi! Cioè veramente quella è stata proprio scandalosa… hanno fatto più morti loro che loro da soli coi gommoni…”. Moas, come abbiamo visto, è una delle ong che hanno firmato il codice del Viminale. Eppure i due ne parlano in questi termini. Non c’è alcuna prova, al momento, che tali chiacchiere in libertà possano avere riscontri giudiziari. Ma forse abbiamo diviso troppo in fretta i buoni e i cattivi in quel meccanismo interamente marcio che fa andare avanti la macchina dell’invasione.

Adriano Scianca

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