Home » Caso Cucchi, la svolta. Un carabiniere ammette: "Pestato da due colleghi"

Caso Cucchi, la svolta. Un carabiniere ammette: "Pestato da due colleghi"

by Davide Romano
4 comments

Roma, 11 ott – Il processo per la morte di Stefano Cucchi sembra ad una svolta dopo 9 anni: il carabiniere Francesco Tedesco accusa i colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo del pestaggio. Dopo anni di silenzi arriva l’inatteso colpo di scena. Il Pm Giovanni Musarò ha infatti reso nota un’attività integrativa di indagine, ovvero una denuncia presentata nel giugno scorso da Francesco Tedesco, uno dei carabinieri imputati, dove accusa i suoi due colleghi del pestaggio. E’ stata tra l’altro trovata un’annotazione di servizio in cui lo stesso tedesco riferiva del fatto, che sarebbe “misteriosamente” sparita. Oltre a Tedesco, D’Alessandro e Di Bernardo, sotto accusa per omicidio preterintenzionale e abuso di autorità, tra gli imputati figurano Roberto Mandolini (calunnia e falso) e Vincenzo Nicolardi (falso).
“Il 20 giugno 2018 – ha detto il pm Giovanni Musarò – Tedesco ha presentato una denuncia contro ignoti in cui dice che quando ha saputo della morte di Cucchi ha redatto una notazione di servizio. In sintesi ha ricostruito i fatti di quella notte e chiamato in causa gli altri imputati: Mandolini, da lui informato; D’Alessandro e Di Bernardo, quali autori del pestaggio; Nicolardi quando si è recato in Corte d’Assise, già sapeva tutto”. Lo stesso Pm ha verificato la questione dell’annotazione “sottratta”, definita “assolutamente importante per la ricostruzione dei fatti” e che “è stata sottratta e il comandante di stazione dell’epoca non ha saputo spiegare la mancanza”.
La famiglia Cucchi ha espresso ovviamente soddisfazione, con la sorella Ilaria che ha subito commentato su Facebook: “Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21. Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi. cucchi sorella
Davide Romano

You may also like

4 comments

Giomazz 11 Ottobre 2018 - 1:37

La carriera politica nelle fila del piddì o leu (il partito, non la malattia sessuale – cioè la sifilide) per Ilaria Cucchi è bell’e spianata ! Stipendio -grasso- compreso….

Reply
Raffo 11 Ottobre 2018 - 10:05

Affetto e vicinanza a Raffaele e Alessio,in un mondo alla rovescia,dove lo spaccio vince e i paraculi fanno carriera. Altro non aggiungo.

Reply
Robert Lee 12 Ottobre 2018 - 6:59

Qui il reato di cui si parla é omicidio da parte delle forze dell’ordine e puó capitare a tutti visti gli innumerevoli esempi che abbiamo. Ed il problema non era Stefano Cucchi, che avrebbe dovuto pagare per come previsto dal C.P. ma i carabinieri stessi che hanno tentato di sottrarsi alle loro responsabilitá penali, come per tutti gli innumerevoli esempi di cui sopra.

Reply
Giorgio 12 Ottobre 2018 - 9:45

Io credo che lo Stato dovrebbe comminare pene severe e farle scontare a chi spaccia la droga, perchè in sostanza da’ la morte ad altre persone, il codice penale prevede anche venti anni.
Non si puo’ dedicare vie o piazze e postumi encomi a chi ha in modo masochista distrutto la propria vita e cercato di tirare dentro altre persone.
Peraltro è lo Stato che deve fare lo Stato: non si puo’ confidare e demandare una “giustizia sommaria” alle Forze dell’Ordine, nel caso non è partito solo uno schiaffone allo sciagurato …

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati