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Coronavirus, così il ministero dell’Università discrimina i medici eroi

by Francesca Totolo
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Roma, 27 lug – Quante volte gli esponenti del governo, il premier Giuseppe Conte in primis, hanno definito eroi i medici e gli infermieri che hanno combattuto il coronavirus nei reparti Covid, peraltro spesso senza gli opportuni dispositivi di protezione individuale? Quanti medici e infermieri sono morti e si sono infettati in reparti diventati trincee di guerra? Quanti sono stati i colpevoli ritardi gestionali del governo giallofucsia, derivanti dalla palese sottovalutazione dell’emergenza sanitaria nazionale? Certamente non possono bastare medagliette, attestati e pacche sulla spalla come indennizzo per queste vittime.

Il bando discriminatorio del MIUR

Oltre il danno la beffa. Il 24 luglio 2020, il ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato il “Decreto Direttoriale n.1177 del 24-07-2020 – Ammissione dei medici alle Scuole di Specializzazione di Area sanitaria per l’A.A. 2019/2020”, ovvero il bando per l’accesso dei medici alle scuole di specializzazione. Nelle “premesse relative all’emergenza COVID-19” dell’allegato 5, si legge testuale: “I candidati, altresì, consapevoli delle conseguenze anche penali delle dichiarazioni mendaci, quando si presentano presso al sede concorsuale per il riconoscimento dovranno consegnare all’ateneo – che avrà cura di acquisirla nel rispetto della normativa sulla privacy- apposita dichiarazione sostitutiva di certificazione COVID-19 debitamente compilata e sottoscritta, che dovranno provvedere a scaricare dalla loro area personale sul sito universitaly, nella quale dovranno attestare, tra l’altro, di non essere sottoposti alla misura della quarantena, di non essere risultati positivi al COVID19, di non essere affetto attualmente da patologia febbrile con temperatura superiore a 37,5°C; e di non avere avuto contatti negli ultimi 14 giorni con persone risultate affette da COVID-19”.

Nessuna indicazione temporale

Come riportato nel Decreto Direttoriale, “di non essere risultati positivi al COVID19” non ha nessuna indicazione temporale, a differenza di “non avere avuto contatti negli ultimi 14 giorni con persone risultate affette da COVID-19”. Quindi i medici che sono risultati positivi al Covid negli ultimi mesi e che sono ancora immunizzati, come peraltro è altamente probabile, non potranno accedere al bando del ministero dell’Università per l’accesso alle scuole di specializzazione. È altresì curioso che i medici che sono venuti in contatto con “persone risultate affette da COVID-19” 15 giorni prima, potranno accedervi.

E i medici che hanno inconsapevolmente avuto contatti con persone asintomatiche invece nei 14 giorni precedenti dovranno rivolgersi ad un sensitivo? I casi sono due: o il decreto del ministero dell’Università contiene una chiara discriminazione contro i medici che hanno contratto il Covid e che hanno combattuto nei reparti, o il ministero del professor Gaetano Manfredi, ex rettore dell’università degli studi di Napoli Federico II, non è in grado di redigere un bando. Non sarebbero bastato ai medici, che avrebbero voluto accedere al bando, presentarsi con 2-3 tamponi negativi effettuati entro un determinato numero di giorni dalla data di presentazione presso la sede concorsuale?

Francesca Totolo

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