Roma, 27 apr – Come purtroppo era ampiamente prevedibile, il cosiddetto “decreto aprile” con le misure economiche in difesa di famiglie e imprese colpite dall’emergenza coronavirus rischia di diventare “decreto maggio”. A quanto apprende l’AdnKronos, il decreto legge potrebbe infatti slittare e non arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma giovedì (ultimo giorno del mese). Al suo posto, all’ordine del giorno potrebbe figurare la stretta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulle scarcerazioni, che punta a coinvolgere la Procura nazionale antimafia e antiterrorismo per evitare da ora in poi nuovi “casi Zagaria” (l boss dei Casalesi scarcerato per l’impossibilità di essere adeguatamente curato in carcere), nonché la proroga per l’entrata in vigore della riforma sulle intercettazioni.

Giallofucsia divisi su come ripartire i fantomatici 55 miliardi

Certo, ci fa specie che la priorità di Bonafede abbia la meglio sulla priorità del Paese, ossia difendere l’economia (e non solo la salute) dalla crisi scatenata dall’epidemia. Ma il decreto con le misure economiche, che il governo voleva chiudere entro aprile, con il rifinanziamento di alcune misure presenti – cassa integrazione, congedo parentale straordinario Inps, bonus baby sitter – nel già inadeguato “Cura Italia”, rischia di essere rinviato. Fonti del governo giustificano il ritardo con il lavoro sul Def, il Documento di economia e finanza, ma anche alcuni nodi ancora da sciogliere. Raggiunta l’intesa sui numeri (almeno sulla carta) – come ha detto Conte si parlerebbe di 55 miliardi di euro – è in atto uno scontro tra i giallofucsia su come ripartire questi fantomatici soldi. A partire dal cosiddetto reddito di emergenza, con i 5 Stelle che vorrebbero potenziarlo e i renziani di Italia viva che invece sono contrari. Ma anche tutte le misure per le famiglie, sulle quali ancora non è stata trovata la quadra. 

Siamo alle solite, quindi. Nonostante sia purtroppo sotto gli occhi di tutti che la serrata generale abbia messo in ginocchio il Paese, con attività commerciali che non riapriranno più e posti di lavoro in fumo, nella maggioranza giallofucsia si litiga su come spendere i soldi (che ancora non ci è dato capire dove verranno reperiti). Sulla pelle degli italiani.

Ludovica Colli

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4 Commenti

  1. Gente che guadagna 15 mila euro al mese, e molto spesso immeritatmente rispetto alla performance, cosa ne puo’ sapere di chi ha non ha niente e ha perso il lavoro con cui sopravviveva? E quando parlano dei cattivoni che lavorano in nero, e sono milioni di italiani,ricordiamoci che chi guadagna 600 euro al mese in nero e cioè 7200 all’ anno(600 X 12) non aveva tasse da pagare essendo la soglia di esenzione a 8000!
    Le elites occulte proprietarie delle banche invece evadono alla grande ma passano da gente di successo!! Le banche, quasi tutte private, creano il denaro in continuazione dal nulla(se io verso 1000 in contanti loro possono prestare subito 10000 avendo un obbligo di tenere a riserva il 10% in contanti).Questa creazione non è soggetta a tassazione come anche quella delle banche centrali poichè il denaro creato viene messo tra le passività e il suo impiego tra le attività! E’ un bel trucco che affama i popoli.
    Anche molte multinazionali hanno o mettono le sede all’ estero(in Olanda che fa parte dell “europa”, Lussemburgo, etc) e oltre alla Fiat anche il gruppo di Berlusconi ha fatto cosi di recente.

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