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Due mamme e niente San Giuseppe: perfino il presepe diventa Lgbt

by Michele Iozzino
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Roma, 19 dic – Nemmeno il presepe è al riparo dei dettami e delle mode Lgbt. In provincia di Avellino, un prete ha deciso di allestire la natività rinunciando alla Sacra famiglia e trasformando quest’ultima in una coppia omogenitoriale: al posto di Giuseppe e Maria, ecco due donne accanto a Gesù bambino.

Il presepe Lgbt di don Vitaliano Della Sala

Dopo i presepi immigrazionisti degli anni passati, ecco una nuova distorsione ideologica. Questa volta a tinte arcobaleno. Il tutto è accaduto nella chiesa dei santi Pietro e Paolo a Capocastello di Mercogliano, in provincia di Avellino. Un’operazione che don Vitaliano Della Sala rivendica con orgoglio, spiegando come il presepe sia stato realizzato contro l’esclusione e la discriminazione, così da ricordare “la lunga traccia di sangue che hanno lasciato nella storia”. Come se cancellare la figura paterna di San Giuseppe non sia anch’essa una forma di esclusione e di discriminazione. Il prete non si ferma qui e rimarca la sua vicinanza alla comunità Lgbt senza risparmiare critiche al mondo cattolico: “Il disprezzo, anche da parte di settori della Chiesa cattolica nei loro confronti e la loro condanna a prescindere, senza un confronto serio e onesto, è una sorta di pennellata di tenebre che contribuisce a dipingere la notte del nostro tempo”. E aggiunge: “La luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie, colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche”.

Se a farne le spese è la famiglia e la figura paterna

A vedere il curriculum di don Vitaliano Della Sala ci si stupisce meno di questa presa di posizione. Volto di spicco del movimento no global a inizio anni 2000, è stato sospeso a divinis nel 2002 e successivamente reintegrato. Se è già grave di per sé strumentalizzare il presepe per renderlo una sorta di manifesto a favore delle coppie omogenitoriali, è sintomatico come a farne le spese sia proprio San Giuseppe. Quasi a sottintendere la volontà di cancellare non solo la famiglia, ma anche il padre in quanto figura maschile e quindi irrimediabilmente patriarcale.

Michele Iozzino

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