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Eccezionale ritrovamento a Roma, scoperto affresco medievale intatto

by Ludovica Colli
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Roma, 29 giu – Eccezionale ritrovamento a Roma. Nascosto da un muro per quasi 900 anni, riemerge in un’intercapedine, nella chiesa di Sant’Alessio all’Aventino, un grande affresco medievale dai colori brillanti in un impressionante stato di conservazione. “Un ritrovamento assolutamente eccezionale”, spiega in esclusiva all’Ansa, la storica dell’arte Claudia Viggiani. L’autrice della scoperta precisa che il ritrovamento è molto importante a livello artistico anche “per l’iconografia rarissima dei due personaggi che si riconoscono nella parte del dipinto al momento visibile, con tutta probabilità proprio Sant’ Alessio e il Cristo pellegrino“.

Il ritrovamento dopo una lunga ricerca

L’affresco è stato ritrovato dopo una lunga ricerca partita da un antico documento. Assolutamente inedito, è stato messo in sicurezza dalla restauratrice Susanna Sarmati con un progetto finanziato dalla Soprintendenza speciale di Roma guidata da Francesco Prosperetti. Riferibile alla metà del XII secolo, il dipinto è realizzato su sfondo nero e inquadrato da una cornice policroma di “eccezionale raffinatezza e dai colori ancora incredibilmente intatti”. Anzi, come sottolinea la restauratrice Sarmati, “in nessun affresco medievale si è mai vista una cornice così ben conservata“.

Attualmente il dipinto misura 90 centimetri di larghezza per oltre 4 di altezza. Un’altra porzione, grande almeno altrettanto, è ancora nascosta dal muro. La storica dell’arte vuole riportarla alla luce: “Lo dobbiamo ai romani – afferma – e ci aspettiamo ancora sorprese”.

Sant’Alessio “fil rouge” tra Roma pagana e medievale

Nella chiesa delle origini, spiega la Viggiani, l’affresco occupava la parete della controfacciata, in una posizione di rilievo dovuta anche alla fama che accompagnava in quell’epoca le vicende di Sant’Alessio. E proprio il rispetto devozionale per il santo, autentico fil rouge tra la Roma pagana e quella medievale, sarebbe alla base dell’incredibile conservazione del dipinto. “Chi ristrutturò la chiesa nei secoli successivi murando la controfacciata fece comunque attenzione a proteggere l’affresco“, spiega Sarmati. Tanto che probabilmente una piccola parte di questo, con il volto di Sant’Alessio (un patrizio romano del IV secolo che rinunciò al matrimonio e alla mondanità per farsi mendicante), rimase per secoli a disposizione dei fedeli attraverso una feritoia aperta sull’interno della chiesa.

Ludovica Colli

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