Palermo, 27 nov – Sgominata a Palermo una banda di 42 furbetti del cartellino che facevano i loro comodi a spese dei contribuenti. La Guardia di finanza ha posto agli arresti domiciliari 11 dipendenti dell’assessorato regionale alla Salute di piazza Ottavio Ziino. Altri 11 hanno avuto notificato l’obbligo di firma e altri 20 sono stati denunciati in stato di libertà.
Secondo la Procura di Palermo, dalle indagini è “emersa una consolidata prassi di assenteismo ingiustificato” con “presenze fittizie debitamente e furbescamente certificate”. Gli indagati, secondo l’accusa, si aiutavano e coprivano a vicenda: tramite lo scambio dei badge e l’utilizzo improprio dei pc aziendali, riuscivano in modo sistematico ad attestare false presenze.
Molti dipendenti mentre risultavano in servizio erano invece soliti recarsi al lavoro con circa tre ore di ritardo, occuparsi di faccende private, come per esempio fare la spesa o andare dal parrucchiere e in certi casi “persino raggiungere località fuori Palermo”.
Gli accertamenti svolti dalle Fiamme gialle – grazie a pedinamenti, riscontri sul territorio e tramite l’utilizzo di microspie – hanno consentito di fare luce sul fenomeno dei cosiddetti dipendenti “fantasma”, rilevando e censendo più di 400 ore fraudolentemente attestate, ma in realtà mai rese. I reati contestati agli statali “pizzicati”, a vario titolo, sono truffa aggravata, accesso abusivo al sistema informatico e false attestazioni e certificazioni.
“L’assessorato della Salute si costituirà parte civile nel procedimento e se dovessero ricorrere i presupposti avvierà le procedure di licenziamento per i dipendenti infedeli“. Così l’assessore alla Regione Siciliana, Ruggero Razza, corre ai ripari e annuncia misure disciplinari.
“Potrei dire – ha aggiunto Razza – che tra i primi atti al nostro insediamento c’è stata la direttiva sul controllo delle presenze e che i fatti per i quali si procede sono antecedenti all’insediamento di questo governo, la verità, però, è che fa rabbia pensare che dipendenti pubblici non siano presenti alle loro responsabilità. Sono sicuro che i magistrati andranno in fondo per scoperchiare del tutto questa vergogna”.
L’indagine è partita dalla segnalazione di una moglie gelosa che, nel novembre del 2016, ha chiamato il numero “117” per segnalare le strane assenze del marito. Da qui sarebbero scattati i controlli della Guardia di finanza all’interno degli uffici.
Adolfo Spezzaferro
Furbetti del cartellino dal parrucchiere o in gita. Sgominata banda a Palermo
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