Tutto nasce da un’immagine postata su Instagram (poi rimossa) dall’attaccante del Liverpool. Vi si vede il personaggio di Super Mario Bros e la scritta “Non essere razzista. Fai come come Mario. È un idraulico italiano, creato da giapponesi, che parla inglese e assomiglia a un messicano.. Salta come un nero e afferra soldi come un ebreo“.
Tanto è bastato per far scattare l’accusa di razzismo e antisemitismo che potrebbe costargli una squalifica di 5 giornate da parte della Football Association.
Balotelli – che è nero e ha una madre adottiva di origini ebraiche – si è quindi fatto intrappolare dalla stessa logica di cui è stato, per lo più involontariamente, testimonial per anni, quando chi lo criticava per il comportamento in campo era automaticamente accusato di razzismo.
Dopo questo scivolone, probabilmente, anche i più accaniti balotelliani lo scaricheranno, essendo venuta meno l’unica ragione del successo di questo calciatore mediocre e svogliato.
E a nulla varrà, probabilmente, il suo atto di pubblica contrizione diffuso sul web: “Mi scuso se ho offeso qualcuno. Il post voleva essere anti razzista con un po’ di umorismo. Ora capisco che fuori da questo contesto possa avere l’effetto opposto. Non tutti i messicani hanno i baffi, non tutti i neri saltano molto in alto, non tutti gli ebrei amano i soldi. Ho usato un cartone animato come Super Mario e pensavo fosse divertente e non offensivo. Ancora, chiedo scusa”.
Ha un senso. Ma il senso non è quello che ricercano i forcaioli dell’antirazzismo. Quelli che fino a ieri difendevano lui.
Giorgio Nigra