Roma, 15 mar – In Germania un’operazione di polizia contro l’immigrazione clandestina e relativo traffico di esseri umani porta all’arresto di cinque persone, ma anche alla scoperta di una rete “strutturale” piuttosto approfondita, come riporta Agenzia Nova.
Germania, operazione contro l’immigrazione clandestina
Di operazioni contro la clandestinità ce ne sono diverse, quindi questo non rappresenta una novità. Ma come in Germania viene sviluppata l’ultima, forse, va menzionato come esempio positivo. La polizia tedesca, nelle prime ore di oggi, ha effettuato un blitz contro un’organizzazione criminale attiva nel traffico di esseri umani, che faceva entrare illegalmente persone dalla Turchia e dall’Iraq, servendosi anche di una struttura piuttosto solida atta allo scopo. Le zone interessate, Berlino e la Sassonia-Anhalt. Gli agenti tedeschi della Bpol hanno emesso quattro mandadi di cattura nel primo Land e un quinto nel secondo, perquisendo oltre 20 strutture tra appartamenti ed uffici. Oltre ai cinque uomini presi in custodia, altri 18 risultano al momento indagati. L’operazione in termini numerici è stata piuttosto poderosa, visto che tra Bpol, polizia di Berlino e reparti speciali come il Gsg 9, ha coinvolto circa 400 agenti.
Il futuro della clandestinità
La clandestinità ha un futuro – per il momento – ancora roseo. Purtroppo. Ma ci sono da notare alcuni segnali in Europa che inducono a poter sviluppare un pensiero leggermente più ottimista. Stanti gli atteggiamenti quasi compiacenti delle istituzioni europee e in generale di quelle sovranazionali, va detto che l’insofferenza comincia ad essere un po’ più diffusa che in passato. Lo dimostrano le lettere inviate dalla metà degli Stati membri alla Commissione Ue per le richieste di muri anti-immigrazione, lo dimostra la legge anti-clandestini del governo inglese (peraltro attaccata proprio dai soliti organismi ed associazioni cosiddette umanitarie). Il problema resta la sottovalutazione del fenomeno, ancora molto forte. E il contrasto pressoché nullo di governi come quello italiano (almeno per il momento).
Alberto Celletti