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Godimento neolibertino e gender, il nuovo ordine erotico turboglobalista

by La Redazione
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diego fusaro filosofo

Roma, 20 set – Il capitalismo mondializzato post-1989 istituisce non solo un ordine globale, centrato sul nesso di forza capitalistico planetarizzato. Non genera solo un suo ordine simbolico di completamento superstrutturale del suddetto ordine economico, sociale e politico (ordine che chiamiamo pensiero unico politicamente corretto). Produce anche contestualmente un nuovo ordine erotico, che dei due precedenti è la variante sul piano dei costumi e delle relazioni sentimentali. Così vorrei condensare la questione, che ho più diffusamente affrontato nel mio studio “Il nuovo ordine erotico. Elogio dell’amore e della famiglia” (2018).
1) Il nuovo ordine cosmomercatista, con liberalizzazione integrale dei consumi e dei costumi, dissolve l’amore relazionale sull’altare del godimento neolibertino individualizzato. Le nuove forme del consumismo erotico per coscienze postmodernizzate e del plusgodimento neolibertino si fondando sull’algida assiomatica dell’utilitarismo amoroso: prevale l’egoismo a due, la ricerca individualizzata del profitto erotico e del plusgodimento acefalo.
2) Per poter riconfigurare appieno l’amore come libero-scambio erotico per atomi di consumo, il nuovo capitalismo flessibile assoluto deve, di necessità, scardinare il principio della famiglia fondata sull’eticizzarsi del sentimento amoroso nella forma della stabile relazione centrata sulla diversità dei sessi e sulla nascita dei figli, sul patrimonio in comune e sulla progettualità esistenziale a lungo termine. Il neolibertinismo erotico si pone, così, come variante superstrutturale del neoliberismo economico. Ad accomunarli essenzialmente è la ridefinizione integrale del mondo della vita nei termini di un unico mercato concorrenziale abitato non da padri e madri, né da cittadini e cittadine, bensì solo da consumatori privati e individualizzati, homines globali in grado di relazionarsi soltanto sul fondamento insocievolmente socievole del consumo e dello scambio di merci. Come il neoliberista mira a dissolvere i “lacci e i lacciuoli” dello Stato come potenza etica esercitante la propria signoria sul mercato, così il neolibertino aspira a decostruire la famiglia come fondamento della vita etica, come cellula relazionale impermeabile al consumo e alla logica tetragona del do ut des.
3) La narrazione glorificante il nuovo ordine amoroso incardinato sull’immissione dell’eros nei circuiti del consumo e della mercificazione e, in modo convergente, sulla disarticolazione dell’istituto della famiglia quale fondamento dell’eticità scaturente dall’immediatezza del sentimento amoroso deve essere identificata con la nuova ideologia gender. Quest’ultima, alla stregua di tutte le altre ideologie nel senso marxiano dell’espressione, nega il proprio statuto ideologico e si presenta come naturale modo di vedere, di intendere e di abitare il reale. Nella sua definizione più generale e generica, essa consiste nel nuovo ordine simbolico di tipo erotico che completa superstrutturalmente il nuovo ordine globalizzato classista.
Diffusa e propalata a tambur battente dall’industria culturale, dalla fabbrica della manipolazione, dal clero giornalistico, dal circo mediatico e dal neo-orwelliano Ministero dell’Amore, l’egemonica visione genderistica predica quella “fluidità” erotica, sessuale e sentimentale che, negando l’esistenza di una natura umana fondata sulla dualità dei sessi e dei generi, figura come il raddoppiamento, in campo erotico, delle logiche della società liquida dello scorrimento illimitato e sconfinato delle merci e del capitale finanziario. La gendercrazia aspira a creare un nuovo modello umano unisex, infinitamente manipolabile, perché privo di un’identità che non sia quella di volta in volta stabilita dalla sfera della circolazione. Il capitalismo assoluto e flessibile dissolve il profilo antropologico dell’essere umano, fondato sulla dualità di maschio e femmina in campo sessuale e su quella di uomo e donna nel campo del genere.
Diego Fusaro

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3 comments

Werner 20 Settembre 2018 - 11:55

Analisi corretta e precisa e alla luce di ciò bisognerebbe chiedersi perché chi si definisce conservatore, che è per la difesa dei valori tradizionali, dell’identità, contro divorzio, aborto e droga, è al contempo sostenitore del libero mercato che invece è contrario a qualsiasi limitazione di tipo etico-morale. Da questo punto di vista molto più coerenti sono i radicali, che hanno una visione valoriale totalmente opposta ai conservatori, e noti per il loro antiproibizionismo sulle droghe, i quali non a caso sono sostenitori accaniti del modello economico neoliberista.

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Luca 20 Settembre 2018 - 12:28

Esiste da 30 anni, quale “nuovo”….

Reply
Tony 20 Settembre 2018 - 3:49 Reply

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