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Grecia sotto scacco. Syriza presta il fianco al ricatto di Ue e Fmi

by Eugenio Palazzini
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Martin SCHULZ, EP President,  Alexis TSIPRASRoma, 11 dic – Meno 12.78%. Per la borsa greca il peggior dato in perdita dal 1987. E’ questo l’ammonimento lanciato dal mercato finanziario, ad inizio settimana, sul fronte della stabilità interna del sistema ellenico. Principale punto di faglia: l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, prevista al meglio di tre scrutini per il prossimo 17 dicembre

Momento assai delicato, visto che senza un accordo parlamentare la costituzione greca prevede lo scioglimento anticipato della legislatura ed il ritorno alla urne. Scenario verso il quale la Troika resta decisamente allergica, guardando ad Atene come a Roma. In parole povere, vietato votare. Proprio in quest’ottica vanno analizzate le proposte avanzate da Syriza (il partito della sinistra radicale), su di una possibile ristrutturazione del debito greco. Pochi giorni fa, gli esponenti del partito di Tsipras, Giorgos Stathakis e Yiannis Milios, hanno infatti presentato nella City londinese, davanti ai rappresentanti di hedge funds e banche d’affari interessate, una richiesta di “sconto” pari al 70% dei 330 miliardi sui quali la Grecia resta pericolosamente esposta. Risultato? Grasse risate da parte di Joerg Sponer, a capo di Capital Groupe e un articolo infuocato uscito poche ore dopo sul Financial Times. In pratica, i presupposti del crollo borsistico di questa settimana.

Tenendo conto che proprio il 60-70% del debito ellenico è detenuto oggi dal duo Ue-Fmi, la sparata pubblicitaria di Tsipras (convinto europeista) sembra dunque avere doppia valenza: da un lato offrire il fianco alle manovre dei tecnocrati e dei mercati finanziari, dall’altro raccogliere un consenso elettorale capace di ammorbidire e gestire il radicato malcontento popolare per le politiche di austerity. Per chi non avesse letto fra le righe, palesiamo il concetto: Alba Dorata, con la City non dialoga.

Giacomo Petrella

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