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“Io non assunta perché nera”. Ma probabilmente si è inventata tutto

by Elena Sempione
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Venezia, 8 ott – Il suo video su Facebook ha presto fatto il giro della rete, riesumando così tutta la sinistra diritto-umanista, che ha rivangato tutti i più triti discorsi su una presunta «Italia razzista e xenofoba». Stiamo parlando di Judith Romanello, giovane haitiana residente a Venezia, che sostiene di non essere stata assunta da un ristoratore in quanto nera. Secondo la ricostruzione della ragazza, il datore di lavoro le avrebbe detto: «Ah ma sei nera? Non voglio persone di colore, perché ai miei clienti potrebbe far schifo che tu tocchi i loro piatti, e non va tanto neanche a me». Il video ha suscitato una ridda di polemiche, scomodando anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha puntato il dito contro il presunto atto discriminatorio.

Sin qui la versione della Romanello. Secondo il Giornale, che l’ha contattata, ci sono però molte cose che non tornano nel suo racconto. Judith infatti, quando le è stato chiesto di fornire il nome del ristorante e il numero del ristoratore, non è stata in grado di farlo. Per la giovane haitiana, che aveva trovato l’annuncio per un posto da cameriera su Subito.it, il sito non riporterebbe il numero del ristorante. Inoltre, la Romanello giustifica il fatto di non sapere il nome del ristoratore e il suo numero di cellulare poiché «l’iPhone cancella le chiamate meno recenti, e quindi ha cancellato anche il suo numero oltre a quelli che avevo fatto quel giorno, cioè lunedì». Detto in parole povere, la ragazza non è assolutamente in grado di provare che il fatto sia realmente accaduto.
Il problema è che dell’annuncio non c’è traccia su Subito.it e, inoltre, la storia dell’iPhone che cancella i numeri del registro chiamate sembra un po’ strana: come fa notare Serenella Bettin del Giornale, infatti, «noi in memoria abbiamo ancora [le chiamate] del 26 settembre scorso, e lei dice di aver chiamato lunedì 1° ottobre». Ricapitolando: su Subito.it l’annuncio non c’è, non abbiamo né il nome del ristorante né quello del proprietario che avrebbe incontrato la donna e, infine, il numero del ristoratore sarebbe andato perso. In sostanza, non è possibile ricostruire la vicenda se non attraverso la testimonianza della Romanello. A questo punto sorge la domanda più logica: e se si fosse inventata tutto?
Elena Sempione

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4 comments

Raffo 8 Ottobre 2018 - 12:48

Che storia triste e lacrimevole………….peccato, sin dall’inizio puzzava di farlocco e stantio………..nel compenso quanta pubblicità gratuita per la furba ragazzotta……….. I pecoroni parassiti sinistri ci hanno sguazzato per ore,solo che la inverosimile vicenda si e’ rivelata come la loro linea politico/editoriale, ovvero una gigantesca presa per il culo. Auguri.

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blackwater 8 Ottobre 2018 - 12:48

a prescindere da questa storia abbastanza “fumosa” io vorrei rivendicare il pieno diritto di scegliere da parte del datore di lavoro una persona ANCHE in base al suo aspetto; ad esempio, al di là della cascata di capelli ricci assolutamente anti-igienica du questa signorina,anche un viso non propriamente da Naomi Campbell può avere il suo peso in un ambito – quello della ristorazione- in cui a seconda del contesto la presenza estetica del personale può avere il suo peso e questo anche per persone Italianissime;
in ogni caso eccovi servito il piatto principale del menù multi-etnici: se ad un Italiano pieno di tatuaggi gli puoi dire che nel suo locale come imagine non ti presenti bene, per una straniera diventa subito RASSISMO !!!

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Luca 8 Ottobre 2018 - 3:11

La domanda più logica è: visto che gli italiani sono brutti e cattivi non può tornarsene da dove è venuta? Così per dire eh…

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Commodo 8 Ottobre 2018 - 5:03

Il sinistrume ha abituato così la nigrizia. La parola: razzista usata come arma. Come la parola: fascista prima di lei. Così la nigrizia, dato di fatto esteriore che caratterizza detta etnia, si è trasformata in: negranza, che sarebbe l’ ostentazione fastidiosa, provocatoria, e non richiesta del proprio essere negro. Qual meraviglia che, constatata de visu et de facto l’ imbecillità autolesionista delle italiche istituzioni, non ne approfittino continuamente alla grande, con l’arroganza e la sfrontatezza che siamo quotidianamente abituati a vedere….. ?…..

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